L’Open Championship oltre la pandemia

L’Open Championship oltre la pandemia.

Tra 20 giorni prenderà il via il 149mo Open Championship sul percorso del Royal St.George’s.

Il governo britannico, a seguito delle nuove dinamiche della pandemia, ha emanato una serie di nuove disposizioni tese a prevenire una nuova escalation del virus.

Alcune di queste riguardano gli eventi pubblici, compresi quelli sportivi e, di conseguenza, l’Open Championship.

La R&A ha reso noto che, ogni giorno, un numero massimo di 32.000 spettatori potranno assistere all’evento.

Ma non è questo il vero problema.

Precise e stringenti disposizioni sui tracciamenti dei contatti colpiscono direttamente i giocatori, i caddies ed i loro staffs.

Questa situazione mette a rischio la partecipazione di diversi giocatori del PGA Tour.

Un giocatore, che ha richiesto di restare nell’anonimato,  ha dichiarato:

“Ci andrò perché é il British Open. Ma ho seriamente pensato di non andarci. Non riesco a credere che con i numerosi esempi di tornei e di Majors che si sono svolti, non sia stato possibile delineare una situazione diversa da questa”

“Se qualcuno sul tuo volo, seduto vicino a te, risultasse essere positivo, verresti escluso dal torneo, anche se  sei vaccinato”

“Nonostante alla gara sia ammesso un numero importante di fans, la tua famiglia non potrebbe accedere, e se tu volessi recarti ad un ristorante, rischieresti la squalifica”.

Un altro punto controverso, evidenziato da diversi giocatori, é la regola “up-to-four persons” che limita la possibilità di condividere qualunque soluzione abitativa.

Spesso i giocatori ed i loro staffs, per ottimizzare i costi di trasferta, condividono case e residence, ma il divieto espresso comunicato dalla R&A rappresenta un fastidioso ostacolo.

Pete Cowen, coach di Rory McIlroy e di Brooks Koepka, ha dichiarato che dovrà cercare una sistemazione diversa da quella che aveva fissato.

“Avrei dovuto condividere una motorhome proprio di fianco al campo pratica con dei caddies, sarebbe stata una soluzione ottimale, ma così facendo violeremmo i protocolli governativi”.

La strada verso la normalità sembra ancora in salita, ma l’importante è tornare a vedere “quel” leaderboard.


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