Un finale al cardiopalma quello del 150esimo Open Championship, che fa rimanere con il fiato sospeso letteralmente fino all’ultimo putt.
Avremmo tutti immaginato un duello nel team leader McIlory – Hovland, ma i protagonisti delle ultime 18 buche del The Open sono stati anche i campioni del penultimo team in partenza sull’Old Course di St. Andrews: Cameron Smith e Cameron Young.
Smith segna due birdie sulle prime nove buche, ma è dalla 10 che scrive ben 5 birdie di fila. Un giro bogey free con 7 birdie totali, di cui l’ultimo alla buca 18, per sigillare la sua prima vittoria di un Major, dopo 5 vittorie sul PGA Tour, 2 delle quali nella stagione in corso. Una rimonta strepitosa ed emozionante, con putt davvero “caldo”.
Il campione 28enne australiano si aggiudica, così, la Claret Jug grazie ad un risultato finale di -20.
Seconda posizione per l’americano Cameron Young, che consegna uno score con due bogey, sette birdie ed un eagle alla buca 18, che lo porta a -19 totali, “minacciando” un possibile playoff prima del birdie imbucato dall’omonimo australiano.
Rory McIlory fa sognare pubblico e spettatori, restando sempre tra i primi posti classifica fin dal primo round a St. Andrews. Chiude il round finale con un giro bogey free, ma segna solo due birdie sullo score. Un -2 di giornata che lo porta a -18, in 3a posizione.
Grande la prestazione di Francesco Molinari, che partito in 18esima posizione, conclude l’Open Championship al 15esimo posto. Segna sullo score 5 birdie ed un solo bogey alla buca 17, riportando un -4 di giornata, che lo porta a -10 finali.
Straordinario anche il risultato di Filippo Celli, che conquista la Silver Medal, destinata al miglior dilettante in campo.
Filippo scrive un -1 di giornata con 5 bogey, 4 birdie ed un eagle al PAR5 della buca 14. Con un -5 finale diventa l’amateur protagonista della 150esima edizione dell’Open Championship. Dopo Matteo Manassero, nel 2009, è il secondo azzurro a scrivere il proprio nome nella storia del Major, insieme a quello di altri grandi campioni come Tiger Woods (nel 1996), Rory McIlroy (nel 2007) e Matthew Fitzpatrick (nel 2013).
REPORT – Day 3
Quello del 150esimo Open Championship è un moving day che “apparecchia” una domenica straordinaria e dalle forti emozioni, con due grandi campioni che si inseguono e rincorrono fino ad ottenere lo stesso identico punteggio di giornata ed il medesimo risultato finale.
Viktor Hovland e Rory Mcilory sono in testa al termine del 3° round con un risultato di -16. Entrambi completano un round in 66 colpi (-6): il norvegese consegna uno score bogey free con 6 birdie, dei quali 4 segnati in un filotto dalla buca 3 alla 6, mentre il nordirlandese scrive 5 birdie, un bogey ed un eagle al PAR 4 della buca 10. Tra gli Open Championship disputati a St. Andrews, il punteggio di apertura di Hovland e McIlroy sulle 54 buche (200 colpi) è secondo solo a quello di Nick Faldo nel 1990 (199).
McIlroy è alla ricerca della sua quinta vittoria in un campionato Major (e della sua 22esima sul Tour maggiore), la prima da quando ha vinto il PGA Championship del 2014; mentre per Hovland si tratterebbe della 4a vittoria sul PGA Tour, ma segnerebbe un record se portasse a casa la Claret Jug: diventerebbe, infatti, il primo giocatore norvegese a conquistarsi un Major.
Il leader del primo giro Cameron Young è in 3a posizione, a -12, in svantaggio di quattro colpi dai due co-leader. Tenta di diventare l’11° giocatore a vincere l’Open Championship al proprio debutto. Con lui, a pari merito, c’è anche il leader del 2° giro Cameron Smith, che segna un +1 di giornata, per un -12 totale.
Quinta posizione per il n°1 al mondo e vincitore del Masters Scottie Scheffler, che chiude il 3° round dell’Open Championship in 69 colpi (-3) per portarsi a -11, in compagnia di Si Woo Kim, autore di un giro in 67 colpi (-5) che lo fa salire di 7 posizioni nel leaderboard.
Settimo posto per Dustin Johnson, a -10, seguito da Tommy Fleetwood, Matt Fitzpatrick ed Adam Scott, in 8ava posizione a -9 totali.
Il primo azzurro in classifica oggi è un fantastico Francesco Molinari, che guadagna 48 posizioni nel leaderboard grazie ad uno strepitoso giro in 66 colpi. Segna 4 birdie sulle prime nove buche e fa seguito con 3 birdie ed un bogey sulle seconde. Con un -6 di giornata, e totale, è 18esimo.
Ottima anche la prestazione dell’amateur azzurro Filippo Celli, che gira in 71 colpi (-1) segnando 4 birdie e tre bogey. Con un risultato di -4 totali è 35esimo.
Le premesse per un giro finale ricco di emozioni ci sono tutte ed è quello che ci aspettiamo dalla 150esima edizione del The Open, nella patria e nella casa del golf.
REPORT – Day 2
A St Andrews termina il 2° round dell’Open Championship, con un nuovo leader al comando. Cameron Smith consegna uno score di 64 colpi (-8) e si porta a -13 totali. Il campione australiano sale di due posizioni nella classifica e “scavalca” Cameron Young, che nel suo debutto all’Open Championship, era leader del 1° giro.
Smith realizza ben sei birdie nella giornata, di cui cinque sulle prime nove. ed aggiunge un eagle alla buca 14 (PAR 5) per sigillare il suo primo posto, con un vantaggio di due colpi. Il vincitore del PLAYERS Championship scrive anche un record: un punteggio mai raggiunto nelle trenta edizioni precedenti dell’evento, giocate sull’Old Course di St Andrews.
Cameron Young è al secondo posto, dopo aver girato in 3 sotto il PAR (69 colpi). Ha iniziato la giornata con un bogey alla seconda buca, facendo seguito con quattro birdie prima di chiudere con un bogey ed un birdie alla 18. Il risultato finale + un -11 totale che vale un saldo 2° posto.
Rory McIlroy prosegue il suo ottimo percorso al The Open con un secondo giro da 68 colpi. Sullo score scrive sei birdie e due bogey, per un totale di -4 di giornata ed un -10 totale. Scende di una posizione classifica, ma resta “minaccioso” in 3a posizione, oggi accompagnato dal norvegese Viktor Hovland, che lo raggiunge a -10 totali grazie ad un giro in 66 colpi.
Dustin Johnson (oggi 67) è da solo al quinto posto, mentre il campione del Masters e n° 1 al mondo Scottie Scheffler, insieme a Tyrell Hatton sono a pari merito al sesto posto con un punteggio di 136 (-8).
Dopo aver concluso il secondo giro all’Old Course sono molti i nomi importanti che non sono riusciti a superare il taglio, tra cui il defending champion dell’Open Championship Collin Morikawa e Tiger Woods. Morikawa termina il giro odierno in 73 colpi, scendendo di 29 posizioni, mentre Tiger Woods completa il 2° round in 75 colpi e, con un +9 totale resta escluso dai giri del weekend.
Il miglior azzurro in campo è l’amateur Filippo Celli che stupisce completando uno straordinario giro bogey free in 67 colpi (-5) con 5 birdie. L’eccellente risultato lo porta a -3 totali, in risalita di 65 posizioni nel leaderboard ed al 36esimo posto in classifica.
Francesco Molinari conclude il 2° round dell’Open Championship con un -1 (71 colpi) e si porta in PAR, superando il taglio. Ne rimane escluso, invece, il terzo azzurro in campo: Guido Migliozzi, che con un 74 di giornata (+2) chiude le 36 buche a +3 totali.
REPORT – Day 1
L’Open Championship regala sempre grandi emozioni e nell’edizione che celebra il 150esimo anniversario, nella home of golf di St Andrews, non può essere da meno.
Al termine del 1° round in testa c’è l’americano Cameron Young, n° 32 nell’Official World Golf Ranking, che completa le 18 buche di apertura sull’Old Course in 64 colpi (-8), ad un passo dall’eguagliare il record del punteggio più basso del 1° giro all’evento (63). Sullo score immacolato segna 8 birdie ed è al 1° posto, in vantaggio di due colpi sul nordirlandese Rory McIlroy, che gira in 66 colpi (-6), scrivendo 7 birdie ed un bogey.
Alla ricerca della sua quinta vittoria di un Major, McIlory segna il suo miglior giro di apertura al The Open.
L’australiano Cameron Smith, già vincitore del PLAYERS Championship a marzo, è terzo a -5, a pari merito con l’inglese Robert Dinwiddie. Li seguono, ad un solo colpo di distanza, al 4° posto (-4) Lee Westwood, l’amateur inglese Barclay Brown, il norvegese Viktor Hovland, l’australiano Brad Kennedy e gli americani Talor Gooch, Dustin Johnson, Kurt Kitayama ed il n° 1 al mondo Scottie Scheffler, che per la 15esima volta negli ultimi 18 round dei diversi Major si trova in top10.
Alla sua 90esima partecipazione ad un Major Tiger Woods, oggi 146esimo, apre con un giro in 78 colpi, uguagliando il giro di apertura ottenuto a Portrush all’Open Championship del 2019.
Il defending champion Collin Morikawa è 56esimo, dopo un giro in 72 colpi (PAR).
Su un percorso duro, reso ancora più veloce dal caldo e dalla siccità poco scozzesi delle ultime settimane, ci sono anche i tre azzurri. Francesco Molinari e Guido Migliozzi chiudono le 18 buche di apertura dell’Open Championship in 73 colpi (+1) con uno score con 2 bogey ed un birdie. Con loro c’è anche l’amateur Filippo Celli, che si è conquistato la partecipazione grazie alla vittoria all’European Amateur Championship. Filippo scrive un 74 di giornata e, con un risultato di +2 (99esimo), ha tutte le carte in regola per superare il taglio (per ora ipotizzato al PAR).
Con il vento in aumento ed il percorso che diventa sempre più veloce nel pomeriggio, i punteggi sono comunque destinati a subire modifiche. Spesso i links costieri sono caratterizzati da mattinate più tranquille e pomeriggi più “movimentati” e, con l’inversione delle partenze per il secondo round, è essenziale che i giocatori sfruttino le condizioni più favorevoli.
PRE GARA: PGA Tour – The 150th Open Championship
Il più antico campionato di tutti i tempi, l’Open Championship, torna dal 14 al 17 luglio, nel Regno di Fife e nella patria spirituale del golf: St. Andrews.
Nella storia dell’Open Championship la prima pallina fu colpita il 17 ottobre 1860 al Prestwick Golf Club, sulla costa scozzese dell’Ayrshire. Il torneo, con otto partecipanti, si disputò su tre giri del campo a 12 buche e Willie Park Senior sconfisse il vecchio Tom Morris vincendo di due colpi. Egli fu proclamato campione di golf dell’anno e ricevette la Challenge Belt (e nessun premio in denaro). La tradizione continua ancora oggi, anche se con qualche diversità.
La storia parla poi di una vittoria, l’anno successivo, di Old Tom e di un pareggio per la vittoria di quattro campionati Open ciascuno(sia per Park che per Old Tom), fino al 1868. Fu poi la volta di un nuovo protagonista: Young Tom Morris, figlio di Old Tom, che vinse per tre anni consecutivi. Fu solo nel 1872 che fece la sua comparsa nella storia la Auld Claret Jug, assegnata proprio al giovane Tom, che fu il primo giocatore il cui nome fu inciso sul trofeo.
Nel 2022 la Claret Jug è rimasta la stessa, ma sarà accompagnata da un assegno di 2,5 milioni di dollari (14 milioni di dollari è il montepremi dell’intero evento).
Per la 150esima edizione dell’Open Championship il percorso sarà quello della Home of Golf.
L’Old Course, che fu chiamato per la prima volta “Old,” con l’apertura dell’adiacente New Course nel 1895, è esistito per centinaia di anni senza alcuna modifica di rilievo. Nel 1863 Old Tom Morris, greenkeeper di St. Andrews, invertì il senso di gioco da orario in antiorario, che esattamente il senso in cui viene giocato oggi. L’Old Course ha ospitato l’Open per 30 volte dal 1873, più di qualsiasi altro campo nel calendario del The Open.
Per l’edizione di quest’anno, il percorso è stato allungato a 6.686 metri, con la costruzione di un nuovo tee sulla buca 8, PAR 3, portata a 170 metri. Non sono state fatte altre modifiche. In tutto il percorso, infatti, rimangono 112 bunker da evitare, rough profondi e fairway duri e veloci, un po’ “cotti” dal caldo poco scozzese delle ultime settimane.
Il defending champion Collin Morikawa ha riconsegnato la Claret Jug alla R&A lunedì scorso e ha ricevuto una replica da conservare in cambio. Attualmente n° 8 al mondo, il 25enne ha vinto solo una volta da quando ha sollevato l’ambito trofeo dell’Open Championship un anno fa (allora era il n° 3 al mondo).
Le condizioni del campo, così duro e asciutto, sono simili a quelle che i giocatori hanno affrontato a Carnoustie nel 2018, il che, secondo gli esperti, sfavorisce cannonieri come Brooks Koepka o Bryson DeChambeau. Saranno sfavoriti anche i giocatori americani del PGA Tour abituati a giocare su fairway e green morbidi, con distanze esatte (senza rimbalzi).
Le condizioni sono certamente adatte, invece, a:
- Tiger Woods, che negli ultimi giorni ha trascorso più tempo di molti altri ad allenarsi sul gioco corto. Come vincitore di due titoli Open a St. Andrews, nessun giocatore conosce le sfumature dell’Old Course meglio del 15 volte vincitore di un Major. I suoi allenamenti e la sua pratica (utilizzando bastoni diversi per ciascun colpo) sono stati un vero e proprio spettacolo.
- Jordan Spieth, che conosce i links e lo ha dimostrato nella sua prima apparizione all’Open di St. Andrews nel 2015, quando ha chiuso al 4° posto.
- Il percorso dell’Old Course, vista la conformazione delle buche e la posizione del fuori limite, unita alle condizioni di vento previste, favorirà i giocatori di fade, come il numero 1 al mondo Scottie Scheffler, Cameron Smith e Marc Leishman.
Gli azzurri presenti al torneo saranno: Francesco Molinari, con partenza alle 8:14 insieme a Tommy Fleetwood e Justin Rose, Guido Migliozzi, con partenza alle 7:08 insieme a Ian Pulter e Jamie Donaldson, l’amateur Filippo Celli, in partenza alle 13:37 con Darren Clarke e Richard Bland.
Si potrà seguire il torneo, dal 14 al 17 luglio, su Sky alla seguente programmazione: