Phil Mickelson e le carte vincenti del Team Europe

Phil Mickelson e le carte vincenti del Team Europe.

Come era immaginabile, Phil Mickelson ha preso sul serio il suo nuovo ruolo di assistente di Steve Stricker.

L’esperienza maturata nelle 12 edizioni disputate da giocatore ora rappresenta un arma formidabile nelle mani di Phil.

Anche e soprattutto se consideriamo il fatto che é anche estremamente rispettato da tutti gli altri giocatori.

Nel corso di un’intervista, gli é stato espressamente chiesto quali siano, a suo giudizio, i motivi dei ripetuti successi del Team Europe.

E chi meglio di lui può conoscerli, considerando che in dodici edizioni, solo tre volte ha potuto alzare la Ryder Cup con il suo Team?

Mickelson ha risposto con un monologo da un minuto e più.

I punti salienti che ha individuato sono due.

In primis, ritiene che i giocatori europei superino i loro colleghi statunitensi per la solidarietà che li lega.

“Vedo il modo in cui si sostengono uno con l’altro, e vedo il fondamento di questo sostegno che li lega e li aiuta a risollevarsi a vicenda”

“Li vedo camminare fianco a fianco sui fairways…aiutandosi reciprocamente a tirare fuori il meglio di sè”.

Una situazione molto diversa da quella che caratterizza il Team USA, dove i drammi e le discussioni sono stati sempre presenti nel corso delle varie edizioni.

Lo stesso Mickelson, che qui parla da uomo saggio, fu protagonista nel 2004 e nel 2014 di attacchi pubblici ai due Capitani, Hal Sutton e Tom Watson, per le scelte che avevano fatto.

Successivamente il mancino californiano fece pubblica ammenda, definendo quelle esternazioni come “i più grandi rimpianti della sua carriera”.

Passando al secondo punto, il vicecapitano si sofferma sulla strategia.

“C’é un progetto di gioco che caratterizza tutti i matches”

“Si vedono pochissime incertezze, tutti sanno quando giocheranno e, potenzialmente, con chi”

“Credo che questa strategia renda tutto più facile, diminuendo l’ansia e la pressione che gravano sui giocatori, che si trovano così nella posizione di giocare al meglio”.

L’intenzione di Mickelson é quella di cercare di trasferire questi concetti all’interno del Team USA.

L’impresa é ardua, considerando che questa squadra americana parte con uno Steve Stricker molto impegnato a gestire problemi di spogliatoio.

E arrivano anche interventi da altri addetti ai lavori che non contribuiscono a migliorare il clima.

Paul Azinger, che condusse il Team USA alla vittoria del 2008 a Valhalla, riferendosi alle ultime dichiarazioni rilasciate da Brooks Koepka, ha a sua volta  dichiarato:

“Non sono sicuro che Brooks ami molto  la Ryder Cup”

“Se non la ama, dovrebbe lasciare il suo posto a qualcuno che, invece, ci tiene”.

L’ho già detto che gli Americani sono preoccupati?


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