Uomini contro donne: il bello del golf

Per la prima volta nella storia del golf professionistico, da giovedì 10 fino a domenica 14 giugno, uomini e donne gareggeranno gli uni contro gli altri in un medesimo torneo, per un unico montepremi da 1 milione di euro.

La manifestazione, organizzata da Henrik Stenson e Annika Sorenstam a pochi chilometri da Goteborg, si chiama Scandinavian Mixed e raggruppa nel field 78 pro dell’European Tour e altrettante proette del Ladies European Tour.

Annika Sorenstam ed Henrik Stenson

Il percorso di gioco è uno dei più scenografici di Svezia, il Vallda Golf & Country Club, un tracciato aperto nel 2009: si tratta di un riuscitissimo copia-incolla in salsa svedese dei links delle highlands scozzesi.

Visto che il tabellone sarà unico, la domanda che gli organizzatori dovranno porsi è: come si rende “fair” un tracciato, in modo che possa offrire le stesse chance di vittoria, e dunque di par e birdie, sia agli uomini che alle donne?

La prima risposta che salta in mente è data dalla conformazione del campo scelto: il Vallda è un tracciato non particolarmente lungo, dai fairway ampi e duri, sui quali la palla corre parecchio; la difficoltà maggiore, semmai, più che dal tee, sta nei green ondulati, mossi e ricchi di pendenze.

Una volta studiato il percorso, “sarà la strategia della buca a determinare dove posizionare i tee degli uomini e quelli delle signore”, spiega Matteo Delpodio, ex giocatore di Tour e oggi direttore tecnico della FIG.

Tradotto: se in un par 5 i pro raggiungono in due colpi il green, il tee delle donne sarà posizionato una cinquantina di metri avanti rispetto a quello degli uomini; al contrario, se a un par 4 i maschi sono costretti a tirare il ferro dal tee e le donne magari il legno 3, i battitori potrebbero essere non troppo lontani l’uno dall’altro.

Infine, l’ultimo ma non meno importante capitolo: il rough.

In un torneo del genere, diventa fondamentale l’altezza dell’erba a bordo fairway, perché le signore non hanno una velocità di swing tale da poter sradicare le erbacce alla maniera di Bryson DeChambeau.

Per dire: se tra i pro la velocità media della testa del bastone è sulle 120 miglia, quella delle donne viaggia tra le 95 e le 100 (nel migliore dei casi). E ovviamente, anche se i numeri lo lasciano intendere, queste venti miglia e più rappresentano una differenza sostanziale nelle potenzialità di gioco.

Saranno dunque in primiis l’esperienza di Stenson e della Sorenstam, e poi i diversi tee e l’altezza del rough a determinare una competizione equa, dove le donne, come mai in nessun altro sport, potranno gareggiare (quasi) alla pari con i colleghi maschi: anche questo è il bellissimo del golf.


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