Diceva Winston Churchill che “il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale, ma è il coraggio di continuare che conta”. Nulla di più vero se pensiamo a Xander Schauffele, detto Mr. Consistenza, un tipino fine che non vinceva da due anni pur non avendo alcun punto debole nel suo gioco e che, quando si trovava nelle parti alte del tabellone dopo 54 buche, alzava improvvisamente la sua media score di quasi un colpo e finiva sempre per non alzare il trofeo.
Eppure (c’è sempre un eppure da qualche parte quando raccontiamo le gesta dei campioni), dopo aver rimediato un montante destro degno di Tyson da parte di Rory McIlroy nella recentissima domenica infuocata del Wells Fargo Championship, Xander si è rialzato ancora una volta, si è leccato le ferite, si è presentato al Pga Championship di Valhalla e l’ha pure conquistato mostrando un coraggio che in tutta onestà pochi di noi gli riconoscevano.
Certo, i numeri della sua prestazione raccontano freddamente di un golf stellare, con 60 green su 72 presi in regulation (come Tiger nel 2000 NdR), con 25 birdie e passa segnati in un torneo Major, con uno score complessivo di meno 21 totale (record) e con un 62 (record) nel primo giro che è da brividi. Tutto molto bello, per carità, ma è in ciò che non si vede che si nascondono le cose importanti, per esempio nella capacità sovraumana di Xander di continuare a pensare sempre e solo in positivo circa il suo gioco, persino dopo la scoppolona rimediata al Wells Fargo pochi giorni prima di questo exploit a Valhalla. Ed è qui che dovremmo tutti fermarci a riflettere per qualche secondo, notando non solo come ogni esperienza negativa sia in realtà un’occasione per crescere e imparare, ma anche come nella vita non esistano errori, ma solo lezioni: è qui, in questi frangenti mentali che Schauffele docet, molto più di quanto ci possa raccontare tramite il suo swing dal ritmo vellutato.