A golf con le generazioni Y e Z.

Il mondo si muove più veloce di quanto possiamo immaginare; io ne ho paura e tremo per quanto sia frenetico: approccio, putt, cambiamento. È la stessa paura o nebbia che guida chiunque in questo periodo: da secoli è così il buio, la storia ciclica…ma fino a un certo punto! Perché passato il terrore della “flappa”, dovremo fare i conti con il futuro, figli, nipoti e posteri vari: che golf vogliamo lasciare ai nostri amati? Chiediamoglielo subito, prima che sia troppo tardi: parliamo di golf con le generazioni Y e Z.

Non abbiate paura dei termini, non siamo macchine e tantomeno alieni. Per la comprensione comune, partiamo dal linguaggio.

Cosa vuol dire generazione Y e Z?

Con il termine generazione Z (o Gen Z,  iGenPost-Millennial, Centennial,  ZoomerPlural) si identifica la generazione che segue quella dei millennials, o generazione Y. I membri della generazione Z sono in maggioranza figli dei membri della generazione X, in quanto nati tra il 1996 e il 2010. La generazione successiva, che comprende i nati dal 2010 in poi, è stata chiamata “generazione Alpha”.

Un aspetto importante di questa generazione è il suo diffuso utilizzo di internet sin dall’infanzia. I membri dalla generazione Z sono quindi considerati come avvezzi all’uso della tecnologia e dei social media, che incidono per una parte significativa sul loro processo di socializzazione.

Dai, semplifichiamo e partiamo definendo (da laboratorio) la generazione Z come “nativa digitale”.

Ma è solo cosi? E nel golf? Cosa desiderano le future generazioni?

Vogliono tecnologia, innovazione, app e distanze siderali?! Zero etichette e…? Sarà forse così?!

Lo abbiamo chiesto, in un micro sondaggio, a 30 persone con età compresa tra i 15 e i 30 anni.

Ecco cosa, sorprendentemente, è emerso.

Amore per il golf nella sua tradizione:

Le nuove generazioni, per quanto possano sembrare scapestrate, amano le tradizioni e la storia dello sport. Ma attenzione: solo quella tradizione che determina la “specificità sportiva”; cosa vuol dire?!

Rispetto – Onore – Fairplay…con un po’ di flessibilità!

Lo abbiamo sempre detto ma la sportività è un qualcosa che nei giovani è sempre più innata, quasi fosse un amore stampato nel DNA.

Eccovi allora un breve elenco delle loro principali risposte:

1. Abbigliamento e inclusività: per quanto ci sia amore per le regole “storiche” del golf,  i giovani vogliono inclusività; e questo si rispecchia anche nell’abbigliamento. Tra tutte le persone sentite, il 90% si è dichiarato favorevole a una maggiore elasticità nel permettere l’ingresso al campo con jeans, felpe, pantaloncini corti e t-shirt, almeno in allenamento. Altrettanti, in gara, apprezzano un look più “tradizionale”, da divisa.

“Non vogliamo andare in campo in mutande ma, almeno quando ci alleniamo o fuori gara, dovremmo pensare più al gioco e al divertimento; così il golf sarebbe anche più inclusivo per i nostri amici che non lo conoscono.”

Cit…Gen Z

2. Velocità: qui il tema è interessante e già sul tavolo del dibattito da tempo; anche per i giovani, il golf del futuro dovrà essere più veloce e sono loro stessi che ci suggeriscono una differenziazione: la gara dovrebbe finire entro 4 ore, le buche fuori gara ancora in meno tempo. Troppe volte non si guarda indietro: volete passare? Basta un fischio e un gesto.

Non è ovviamente facile raggiungere il risultato e vi domanderete come sia possibile farlo.

Ecco, la differenza sta nella “camminata”: i giovani rispettano la regola dei 40 secondi, camminano veloci e si concentrano sul loro gioco (in gara). Fuori gara, beh, passo ancora più veloce, un po’ di musica e “caciara”…ma meno scuse sui rumori esterni…

Fuori gara vince il divertimento, non il risultato.

E ora il cuore del tutto:

3. Sport e onore: attenti a togliere, senza chiedere, “l’onore”, a non alzare i pitch e a “fregare”…i giovani sono svegli e vi ritrovereste assaliti in segreteria da denunce di “sgarri”. Uccidere lo spirito dello sport è per loro la cosa più grave; le nuove generazioni hanno poi una grande attenzione al verde: mozziconi e cartacce in giro? Guai a voi!

A parte qualche piccola divergenza sulle nuove regole, il quadro è tutto sommato chiaro e da qui partono le solite domande:

che cosa distingue, quindi, la visione tra le “nuove” e le “vecchie” generazioni?

Forse non molto: l’inclusività, un po’ di attenzione in più alla sostanza e meno alla forma, un po’ più di velocità nel gioco.

Sembrano tutte piccole cose ma che fanno la differenza e che, certamente, dovranno essere dibattute e combattute tra le generazioni, tra eredità e rivoluzione; tutti i ragazzi/e sono consapevoli delle specificità e dei limiti dei Club di appartenenza, delle difficoltà del cambiamento, ma hanno espresso in maniera diretta e sincera i loro pensieri, i desideri a riguardo.

Le cose che trovo rincuoranti sono lo spirito e l’amore per il gioco…i punti fermi e comuni a tutti:

da secoli nei secoli.

E i più piccoli della “generazione α” che cosa ne penseranno di tutto questo?

Beh, stiamo a guardare se sorridono mentre giocano. Per ora, almeno a loro, tanto basterà questa semplice equazione…

…o no?!

A= X,Y + Z(an zan)!


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