200 colpi, tutti perfetti. Chi sarà mai?

200 colpi, tutti perfetti. Chi sarà mai?

Sono rimasto sempre colpito positivamente dalle dichiarazioni di apprezzamento sulla tecnica di gioco dei professionisti del Tour nei confronti dei loro stessi colleghi.

Ricordo ancora quando, diversi anni fa, sul driving range di Crans Montana, Costantino Rocca chiamava a raccolta alcuni pro per mostrare loro la facilità (e la potenza) con la quale il “rookie” Emanuele Canonica riuscisse a tirare il drive oltre i limiti del campo pratica.

E ancora, quante volte gli stessi professionisti hanno assistito ad una sessione di pratica di gioco corto di un’altro giocatore. Mi appare subito Roberto Bernardini e la famosa sfida di approcci con Seve.

Più di una volta Matteo Manassero e Renato Paratore sono stati considerati giocatori straordinari “intorno ai green” dai loro “avversari”.

Un altro esempio è Brett Rumford. Per capire quanto sia apprezzato tecnicamente è  sufficiente leggere il nome dei professionisti che lo seguono su instagram .

Anche Darren Clarke rivelò qualche tempo fa il suo stupore, relativamente ad un episodio vissuto con Tiger. 

Raccontò infatti, l’irlandese, di non aver mai visto niente di più sconvolgente in quel lasso di tempo trascorso a colpire palle al fianco di Tiger in un torneo in Germania: “Deve essere stato nei primi anni 2000. Eravamo sul campo pratica, e ogni tanto fra di noi usciva qualche battuta come al solito. Ma non ci misi molto a notare quello che stesse facendo. Non avevo mai visto nulla di simile, e non ho più visto nulla di così buono da allora”, sottolineò Clarke. Ogni colpo di Tiger fu perfetto. Deve averne tirati circa 200, tutti perfetti.

Quando Tiger terminò di colpire palle, diedi un’occhiata a dove avesse praticato. Quello che normalmente chiamerei il suo “modello di zolla”, era la dimensione di un piatto, nel quale non c’era neanche un po’ di terra marrone alla vista.

modelli di zolla sul campo pratica

Ogni filo d’erba era stato leggermente spazzolato nella stessa direzione. Non c’era nemmeno l’accenno di una zolla. Tutto ciò fu incredibile, considerando che utilizzò praticamente quasi tutti i bastoni nella sacca. Era quasi impossibile. E rimase la cosa più impressionante che avessi mai visto”.

 


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