Perché Scheffler balla la tarantella

Mentre il mondo del golf si chiede all’unisono se per caso non siamo di fronte a un altro giovane fenomeno dal futuro brillante -tal Matt McCarty che, dopo aver dominato il Korn Ferry Tour, domenica sera ha vinto il suo primo titolo sul Pga Tour al secondo tentativo, stabilendo così un record di velocità-  forse è il caso invece di fare un piccolo passo indietro e andare a gettare uno sguardo da vicino a chi, in questa stagione 2024 che ormai sta velocemente volgendo al termine, ha letteralmente dominato in lungo e in largo.

Sto parlando del numero 1 del mondo, Scottie Scheffler. E soprattutto sto parlando del suo swing all’apparenza così sbilenco, ma in pratica così devastante per precisione e ripetitività.

Ora: sono passati anni dall’esordio di Scottie sul palcoscenico mondiale, e nonostante ciò, il suo swing, ma soprattutto l’azione in discesa apparentemente disordinata della parte inferiore del suo corpo, fanno ancora sorridere molti appassionati, tanto che in molti hanno affibbiato al texano il nickname di “Happy Feet”.

E però, forse non tutti sanno che è proprio nel movimento esagerato dei suoi piedi che si nasconde il segreto per la riuscita dei suoi drive e dei suoi ferri.

Se infatti in passato alcuni giocatori -mi viene subito in mente Bernhard Langer, tanto per citarne uno- salvavano i loro colpi usando le mani, bloccandole o ruotandole di più nel tentativo di arginare effetti altrimenti esagerati, oggi Scottie fa la stessa identica cosa, però usando… i piedi.

Lo spiega lo stesso Randy Smith, il coach storico di Scheffler, quando racconta che il suo allievo muove e sposta quei piedoni, in modo da creare più spazio davanti al corpo per un più corretto passaggio delle mani e delle braccia in fase di discesa.

Insomma, sarebbe proprio in quella tarantella super personale che Scheffler effettua nel downswing la pozione magica dietro la precisione chirurgica dei suoi colpi.

Piedi caldi e cuore freddo, insomma, sono le vere caratteristiche vincenti del numero 1 del mondo, ma purtroppo per noi, sono entrambe inimitabili.


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