Per avere un’idea più nitida dello stato di salute del proprio gioco a volte è estremamente illuminante confrontare i propri dati con quelli dei giocatori del Pga Tour.
Per dire: da 90-110 metri di distanza all’asta, un pro di fascia media del circuito americano fa atterrare la pallina generalmente intorno ai 6 metri e mezzo dalla buca; uno scratch a 13 metri, un handicap 10 a 21 metri, mentre un giocatore handicap 20 di solito la piazza intorno ai 32 metri. Se rientrate dunque in questi numeri, sappiate che siete nella norma.
E ancora: di solito, il solito pro di fascia media del Pga Tour segna 3,5 birdie a giro, per lo più approfittando dei 4 par 5 dei campi par 72. Sugli stessi percorsi, uno scratch in media ne marca uno e mezzo, mentre un handicap compreso tra 11 e 15 ne vanta mezzo e l’handicap tra 16 e 20 solo 0,3. In buon a sostanza, i campioni, più che a evitare i bogey, sono molto bravi a segnare i birdie: da questo punto di vista, visto che per i dilettanti segnare un colpo meno del par è complicato, sarà più utile provare a limitare i danni dei doppi e tripli bogey.
Infine, veniamo al rendimento in green: da 8 piedi, cioè due metri e mezzo dalla buca, il suddetto pro del Tour imbuca solo il 50% delle volte; lo scratch andrà a segno il 41%, mentre il dilettante hcp 18 e oltre il 27%, meno di una volta su tre. Dunque non siate poi così duri con voi stessi quando sbaglierete da queste distanza, ma piuttosto ricordate che anche i campioni sbagliano una volta su due.