Non c’è nulla di più bello al mondo che parlare con qualcuno che ti sa ascoltare veramente e col quale sai di poterti aprire liberamente.
Deve essere quello che è successo nel gennaio di quest’anno a Yani Tseng, ex numero 1 del mondo tra il 2011 e il 2013, nonché vincitrice di ben cinque titoli major femminili fino al 2012.
Yani, che aveva completamente perso la matassa del suo gioco e non vinceva praticamente nulla da ben dodici anni, a gennaio 2025 ha incontrato il coach Brady Riggs, il quale ha preso così a cuore la sua vicenda da riuscire là dove tutti prima di lui avevano fallito: è stato infatti capace di risvegliare dal torpore comatoso quello che era il golf meraviglioso della taiwanese, fino ad allora massacrato dallo yips sul putt.
Sostanzialmente ha costretto Yani a un cambio radicale: pattare da mancina. Così, per confondere i neuroni del cervello della trentaseienne, ormai assoggettati alla scossa sul green che non le permetteva da anni di imbucare alcun putt dalla corta distanza.
La ricetta ha funzionato così bene, che domenica, a Taiwan, la ex numero 1 del mondo ha vinto di nuovo dopo 12 lunghi anni di digiuno, conquistando a casa sua il Wiston Ladies Open del Ladies European Tour.
Che dire? Che siamo di fronte a un’incredibile storia di resilienza, di passione e di coraggio. Una storia che ci deve assolutamente trasmettere una speranza: che quando entriamo in quel meccanismo psicologico che si chiama impotenza appresa, quello che scatta quando gli eventi ci travolgono e si passa dall’illusione di poter controllare tutto al senso di resa totale, ecco, anche in quel momento di buio pesto, l’essere umano è capace di trovare dentro di sè la luce. Quella luce che è figlia della pazienza, della capacità di attendere, ma, soprattutto, del desiderio di continuare a scoprire. Che non è quello di credere, ma, come sostiene Bertrand Russell, il suo esatto contrario.
La luce nel tunnel è insomma figlia della capacità umana di porsi incessantemente le domande che contano e di scovare delle soluzioni appropriate e sensate. Il che, in un mondo tecnologico che ha scartato il dubbio e vive di sole certezze, in un mondo che ha abdicato ai vaticini degli algoritmi, è assolutamente un atto rivoluzionario. Che è dunque ciò che è stata capace di porre in atto Yani Tseng, 36 anni di Taiwan, che, andando controcorrente rispetto al mondo della tecnologia, non si è mai arresa dinnanzi alle sfide più ardue che la vita le ha posto lungo la strada e ha trovato la sua risposta umana.