OK, è l’ultimo pezzo del 2025 per NotizieGolf e, a pensarci bene, dovrebbero essere poche righe in cui tentare un’analisi approfondita di quanto accaduto sui Tour di mezzo mondo in questa stagione e magari anche una previsione su cosa aspettarci, golfisticamente parlando, nel 2026. Ma sapete che c’è? A me tutto ciò che è prevedibile non piace. Proprio per niente. Per cui, raga… vi scriverò di Seneca. Sì, avete capito bene: di Seneca, e di come la sua filosofia potrebbe e dovrebbe aiutare tutti noi, campioni compresi (ma loro inconsciamente già lo sanno e già lo fanno), a migliorare il nostro golf sbilenco.
Allora, iniziamo: in un mondo che corre e ci insegna solo a essere più furbi (ma poi lo siamo veramente? Mah…), Seneca oggi predicherebbe la cultura, la filosofia e la profondità. Perché? Perché tutte queste doti ci permettono di vivere la nostra vita (e magari il nostro golf) in modo più consapevole ed equilibrato. E qui veniamo al punto focale: la filosofia, soprattutto, per Seneca insegna agli esseri umani la capacità di governare le passioni e a non farsi travolgere dalle emozioni.
Ora: avete presente noi stessi sul tee della 1 della garetta domenicale? Col cuore in gola che batte a mille per il primo tee shot della giornata? Riuscite a visualizzarvi? Beh, Seneca riderebbe di noi. Perché in quel frangente (e in molti altri lungo il percorso) la maggior parte di noi smazzatori seriali non è in grado di governare se stesso: siamo in balia delle nostre agitazioni e delle nostre trepidazioni.
Risultato? Rattoni, slice, ganci, flappe, e via col tango del disastro golfistico per tutte le 18 buche.
Per cui, raga, facciamoci una promessa per il 2026: prenotiamo più lezioni dal coach, alleniamo di più il gioco corto e il putt, andiamo più spesso in palestra, ma aggiungiamo anche un’ultima cosa alla TO DO LIST del nuovo anno: prendiamo in mano un testo di Seneca (il “De Ira” per esempio?), leggiamolo e proviamo a raggiungere tramite le sue parole l’eudaimonia (la felicità NdR) golfistica (e non solo, si spera!) attraverso l’utilizzo della ragione e il controllo delle nostre passioni, che comunque dobbiamo continuare a provare. Forse non abbasseremo il nostro handicap, ma di certo diventeremo persone più “acculturate” e più equilibrate, perché, in generale, la cultura ci consente di vivere sempre in un modo più consapevole, con la capacità di trovare sempre la strada migliore. E magari anche quella del fairway!
Buon 2026 a tutti voi!