I monumenti del golf.
Civiltà e culture sono state sempre celebrate tramite i monumenti.
La cultura del golf non può essere da meno.
Ed ecco che, per lo più in luoghi iconici per il nostro sport, ma anche semplicemente in prossimità di paesaggi mozzafiato, sono stati collocati i monumenti che la celebrano.
Ovviamente, sono monumenti che spesso rispondono a canoni che non sono quelli tradizionali, ma che suscitano grandi emozioni nei golf addicted.
The Bear Trap
Così Jack Nicklaus ha battezzato la sequenza delle buche 15 (par 3), 16 (par 4) e 17 (par 3) del The Champion Course al PGA National, percorso che ha disegnato.
Il monumento si trova prima del tee della 15.
Il Putter Boy a Pinehurst
In prossimità del green di pratica del percorso No.2 di Pinehurst si trova la statua del Putter Boy.
Creata nel 1912 da Lucy Richards ed ispirata alle prime pubblicità del resort che aprì i battenti alla fine dell’800, arrivò alla sua attuale collocazione negli anni ’70.
Le panche da chiesa di Oakmont
All’interno del bunker di percorso che divide i fairways delle buche 3 e 4, si trovano delle strisce d’erba che sono state battezzate in questo modo.
Nel disegno originario qui si trovavano sei bunkers che sono stati uniti in occasione del restyling attuato per lo U.S. Open del 1935.
The Snake Pit
Chi si avventura sulle ultime tre buche del Copperhead Course all’Innisbrook Resort di Palm Harbor viene messo sul chi va là circa la difficoltà dello stretch finale da questo sobrio segnale.
La “Moccasin”, par 4 da 460 yards, la “Rattler”, par 3 da 215 e la “Copperhead”, par 4 da 445 yards hanno fatto più di una vittima, persino sul PGA Tour.
La statua di Arnie
Proprio di fronte al tee della 1 del Bay Hill Club & Lodge di Orlando c’é la statua dedicata a “The King”, che ci invita ad unirci alla sua Army , la fondazione benefica da lui fortemente voluta e sostenuta.
Magnolia Lane
…e niente.
Solo per ricordarvi che mancano 54 giorni al Masters.