A chi tra Scottie e Rory il titolo di Player of the Year?

Come sapete, domenica scorsa la stagione ufficiale del Pga Tour si è conclusa  con il successo di Sami Valimaki nell’ultimo torneo della FedEx 2025, vale a dire l’RSM Classic. E allora, sapete che resta? Resta da  di tirare le somme, ovvero il totalone, ovvero…

Ovvero a breve bisognerà non solo scegliere il Rookie of The Year (che al netto di sorprese dell’ultimo minuto si dice che sarà il sudafricano bombardiere Aldricht Potgieter), ma soprattutto è il momento per nominare il tanto atteso POY, il Player of The Year. E qui, a mio modesto parere, qualche ragionamento al di fuori dei numeri e delle fredde statistiche che pure contano, è necessario sforzarsi di farlo.

Voglio dire: le cifre, tutte le cifre, dicono Scottie Scheffler. D’altronde, come dar loro torto? L’americano quest’anno ha conquistato 6 titoli, di cui due major (Pga Championship e The Open), ha giocato 20 tornei e ha sempre passato il cut di metà gara, per altro raggiungendo entrando i top 10 per ben 17 volte su 20. Ma non solo. Nelle statistiche è primo negli SG Total, negli SG Approach, nella proximity to the hole e, come se non bastasse, vanta anche la media score più bassa del Pga Tour con -attenzione- un punteggio medio di 67,99 colpi.

E ancora: è sua la media dei punteggi più bassi registrati nel primo, nel secondo, nel terzo e pure nel quarto giro, una robetta da nulla che negli ultimi 40 anni è riuscita solo a Sua Maestà Tiger Woods.

In più, non scordiamocelo, Scottie Scheffler è il numero 1 del World Ranking.

E però… però c’è un tipino fino là fuori che quest’anno ha fatto veramente il botto della sua già strepitosa carriera: Rory McIlroy.

Il numero 2 del mondo quest’anno non solo ha vinto la Ryder Cup, ma sul Pga Tour ha dominato ben 3 volte, e tre volte belle pesanti: ha infatti conquistato il The Players, Pebble Beach, e, soprattutto, il The Masters.

Inoltre… Con la giacca verde indosso, Rory ha centrato il Grande Slam della Carriera, una “sciocchezzuola” che solo Gene Sarazen, Ben Hogan, Gary Player, Jack Nicklaus e Tiger Woods sono riusciti a portarsi a casa nel corso della vita.

Inutile poi aggiungere il settimo sigillo nella Race to Duabi (il quarto di fila NdR) e il trionfo nell’Irish Open, a casa sua, perché qui in fondo stiamo parlando di DP World Tour, ma tant’è… ricordiamo pure questi successi.

Ma forse, il VERO motivo per cui Rory McIlroy e non Scottie Scheffler meriterebbe il titolo di Player of The Year è un altro: con il suo successo ad Augusta il nordirlandese ha mobilitato come non mai le masse golfiste e non golfiste, che non si sono perse un secondo quel suo successo tanto spettacolare, quanto drammatico ottenuto al cardiopalma in Georgia.

Volete i numeri? Eccoveli: il round conclusivo del Masters di quest’anno sulla CBS è stato seguito da 12,7 milioni di spettatori (+33% rispetto al 2024), risultando la trasmissione di golf più seguita negli ultimi sette anni. Solo Tiger Woods nel 2019 ad Augusta fece meglio, ma vabbè, lui è il re indiscusso.    E ancora: negli Stati Uniti il play off tra Rory e Justin Rose ha incollato al video 19,5 milioni di spettatori trepidanti. Ma non solo, voliamo dall’altra parte dell’Oceano: per dire, nel Regno Unito, Sky Sport ha fatto il boom e il record, con il 37% della popolazione (quella parte che aveva acceso il televisore in quel momento tremendo) che seguiva e tifava McIlroy. Parliamo poi dello streaming? La vittoria del numero 2 del mondo al Masters è stata in assoluto l’evento più trasmesso della storia.

Ora, mi chiedo e vi chiedo: tra Scheffler e McIlroy, secondo voi, chi è il giocatore che sa smuovere maggiormente l’interesse del pubblico mondiale, quello golfistico e pure quello non golfistico? Chi, tra i due, regala più interesse con la sua presenza a una manifestazione? Qui, tra i due, vale di più a livello di marketing per il Pga Tour?

Azzardo una risposta: il secondo, e per me non c’è alcun dubbio in questo. Anche perché in questa sua capacità di produrre la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Rory riesce sempre, e non solo nella sua settimana di Augusta, ad attirare interesse, pubblico, tifo, traffico online e movimento intorno al Tour.

E dunque, proprio per questo motivo e, soprattutto alla luce dei dati televisivi che ne certificano quel profondo carisma da grande campione di cui il golf mondiale ha bisogno come non mai, io mi domando e vi domando se forse non è lui l’uomo che si merita il titolo di Player of The Year.

In definitiva, alla faccia dei numeri pazzeschi e delle fredde statistiche di Scheffler, là fuori esiste un uomo che smuove e scalda come nessuno i cuori dei tifosi: Rory McIlroy. Per cui spero con tutta me stessa che vada a lui il titolo di POY.


Related Posts
Total
0
Share