Uno dei motti dell’australiano Ben Tullipan è: “Se credi in te stesso, puoi ottenere qualsiasi cosa”.
Ben è una delle 209 persone ferite nell’attentato terroristico che colpì Bali il 12 ottobre 2002. I morti furono 202, la più grave tragedia terroristica dell’Indonesia. Ben ha perso entrambe le gambe, ha subìto danni allo stomaco, e ustioni al 63% del corpo.
“Stavo uscendo dal Sari Club quando notai un furgone parcheggiato in un posto inusuale, mi chiesi cosa ci faceva lì. Subito dopo vidi una palla di fuoco venirmi addosso. Fui sbalzato via, pensai solo a sopravvivere. Iniziai a gridare con quanto fiato avevo in gola, finché arrivarono i soccorsi. Ci è voluto molto tempo per rimettermi a posto, ma sono qui. Non mi sono mai crogiolato nell’autocommiserazione. Cerco sempre di fare le cose che mi rendono felice e di fare del mio meglio con le carte che mi sono state date”.
“Subito dopo l’attentato, noi feriti fummo sistemati in una struttura provvisoria all’esterno dell’ospedale di Bali, ma non c’erano mezzi adeguati per curarci tutti. Ricordo che mancavano anche i bisturi e al loro posto venivano usati i cutter Stanley”.
Ben Tullipan e tutti gli altri 87 feriti di nazionalità australiana furono tempestivamente trasportati in patria con un ponte aereo organizzato dell’esercito australiano.
“Non credevo che i tempi della riabilitazione fossero così lunghi. Dei primi tre mesi non ricordo nulla, probabilmente perché, a causa delle ustioni, mi sedavano. Mi amputarono entrambe le gambe, una sotto il ginocchio e l’altra sopra. Dopo tre anni ritornai a stare in piedi”.
Ben racconta di aver regalato la sua sedia a rotelle ad un paraplegico incontrato nella palestra di riabilitazione la cui sedia era rotta.
“Penso che si debba sempre cercare di andare oltre i nostri limiti. Sai, se non avessi dato via la mia sedia a rotelle, probabilmente la userei ancora e non camminerei così tanto come ora. Ho aiutato qualcun’altro ed alla fine ho aiutato me stesso”.
Ben ha iniziato a giocare a golf nel 2014, dopo aver visto la pubblicità dell’Australian Amputee Open.
“Mia moglie Kerrie mi disse di provare e così andai. Arrivai ultimo, ma mi si aprii un mondo”.
Ora Ben Tullip ha un ruolo centrale nell’ente benefico Empower Golf fondato da James Gribble, che ha come scopo incoraggiare persone con disabilità a praticare questo sport, con il supporto di Golf Australia e PGA of Australia. Ben definisce questa attività “una forma di ricreazione/riabilitazione che cambia la vita”.
Ben offre formazione e condivide le conoscenze con gli allenatori professionisti PGA e si occupa di tutti i contatti con i nuovi giocatori di golf che partecipano. Si tratta di portare più persone con disabilità sul putting green, sul campo pratica e sul campo da golf.
“Dopo l’attacco terroristico, ho sempre cercato di aiutare gli altri a uscire e godersi la vita, vivere la vita al massimo e divertirsi. Non importa chi sei o cosa stai facendo. Abbiamo gestito la nostra prima clinic nel Queensland e mi sono divertito molto. Non abbiamo limiti, siamo aperti a chiunque e a tutti. Ho avuto bambini dall’età di quattro anni fino ad adulti fino a 100 anni, portandoli a giocare a golf di nuovo o per la prima volta. Spero di dimostrare che un atteggiamento positivo e felice ti consente di ottenere qualunque cosa tu abbia deciso, anche se gli altri ti dicono che non si può fare”.
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