Open d’Italia: analisi, vento e sorprese

Open d’Italia: analisi, vento e sorprese.

L’Open d’Italia 2025 è la nostra settimana. Quella in cui i colori azzurri si fondono con il verde dei fairway e il blu intenso del cielo toscano. È la settimana in cui il golf italiano si mette il vestito buono, chiama a raccolta la sua comunità e si regala un palcoscenico degno della sua storia.

Quest’anno si cambia scenario: si va all’Argentario Golf Club, un percorso spettacolare affacciato sul mare, tra fairway disegnati e profumo di macchia mediterranea, che per la prima volta ospita il nostro Open. Ma guai a pensare che sia solo una cartolina: il percorso è un vero esame di maturità. Fairway stretti, rough che sembrano cespugli da caccia grossa, green ondulati e sopraelevati come trampolini.

Il par 70 di quest’anno è stato ritoccato all’ultimo minuto per diventare ancora più impegnativo, e chi vorrà incidere il proprio nome sull’albo d’oro dovrà guadagnarselo con coraggio, strategia e pazienza. Nessuno sconto, nessun colpo regalato.

Ma è anche una grande occasione: perché i primi due non ancora qualificati voleranno al The Open del Royal Portrush. E magari, chissà, stavolta sarà uno dei nostri a prenderla.

Il campo: un par 70 che non fa sconti

Il comitato ha sorpreso tutti all’ultimo: la buca 15, tradizionalmente par 5, è stata resa un par 4 da 456 metri. Campo corto sulla carta, ma completamente trasformato:

  • Fairway stretti, spesso inclinati.

  • Rough folto, pronto a punire ogni disattenzione.

  • Green perfetti ma che non perdonano.

  • La buca 18, pur essendo un par 5, induce molti a usare ferro dal tee per evitare rough e perdere il birdie con il terzo colpo.

La strategia vincente? Precisione millimetrica, ferri chirurgici e gioco corto da manuale. Gli errori vengono puniti, il controllo totale è richiesto.

I favoriti della 82a edizione

Oltre al titolo, l’Open d’Italia quest’anno mette in palio due biglietti per il The Open Championship di luglio a Royal Portrush. E allora la pressione sale, così come l’intensità dei contendenti.

Jordan Smith è uno dei giocatori tee-to-green più consistenti del DP World Tour: è top 15 Tee to Green, top 10 in GIR% e ha una media drive accuracy sopra il 67%. Sta attraversando un ottimo periodo con anche il taglio superato nell’inferno dello US Open a Oakmont. Su un campo tecnico come l’Argentario, la sua solidità da tee a green può fare la differenza.

Martin Couvra è il giovane francese classe 2002 che ha già fatto innamorare mezza Europa: vincitore in Turchia quest’anno, è top 30 in SG Total e mostra una maturità da veterano nei momenti decisivi. Negli ultimi 90 giorni è tra i migliori 25 giocatori per rendimento medio nel DPWT, secondo DataGolf. Ottimo con i ferri, sempre concentrato, potrebbe essere la sorpresa solo per chi non lo ha ancora studiato bene.

Francesco Laporta ha numeri solidi: SG: Approach positivo da quattro tornei consecutivi, due top 10 di recente e una media fairway hit superiore al 65%. La forma è quella giusta, il campo si adatta bene al suo stile e la motivazione è massima. Sente questo torneo più di chiunque altro. Se il putt lo assiste, è il nostro uomo.

Gli outsider non mancano

Jorge Campillo è un nome che non passa mai di moda: il suo profilo si adatta perfettamente a campi stretti e ventosi. Ha chiuso T2 in Turchia, T7 al KLM Open e nelle ultime settimane e ha uno dei migliori scrambling % del Tour. La sua esperienza può contare moltissimo se il vento renderà le cose complicate nel weekend.

Guido Migliozzi è sempre una mina vagante, ma quando il vento soffia e serve controllo con i ferri lunghi, Guido si trasforma. Anche se il 2025 finora è stato altalenante, è il classico giocatore capace di sbloccarsi nella settimana giusta. Come dimenticare quel ferro 5 da brividi per vincere il French Open?

Jayden Schaper, sudafricano classe 2001, è uno dei giovani più interessanti del Tour. Non ha ancora vinto un torneo da pro, ma ha centrato la top 5 in quattro eventi del DP World Tour e ha mostrato ottimi numeri in SG: Approach e Driving Accuracy. Il suo profilo da “ball striker” paziente e preciso potrebbe sorprenderci, soprattutto se il campo diventa una sfida tattica più che di potenza che rimane il suo punto debole rispetto al resto del field. Su layout tecnici e in condizioni dure, il suo gioco sudafricano può portarlo lontano.

Gli italiani in campo: entusiasmo e voglia di spingere forte

Dopo il buonissimo segnale lanciato a Cervia, dove quattro italiani hanno chiuso in top 10, l’Open d’Italia all’Argentario potrebbe essere l’occasione per un exploit ancora più rumoroso.
A Cervia, Andrea Pavan fu il miglior azzurro con un 5° posto a -8, seguito da Gregorio De Leo, Edoardo Molinari e Filippo Celli tutti decimi a -7. E sono loro, insieme ai “senatori” Laporta e Migliozzi, i nomi più attesi anche qui.

Ci saranno tutti i nostri rappresentanti stabili sul DP World Tour: da Edoardo Molinari ad Andrea Pavan, passando per Gregorio De Leo, Francesco Laporta e Guido Migliozzi. A loro si aggiungono Luca Cianchetti e Flavio Michetti, entrambi qualificati con pieno merito attraverso l’Italian Open Qualifying Tournament al Golf Nazionale.

E attenzione anche ai tanti dilettanti, che ogni anno rendono l’Open un momento di scoperta e sogno.

Dove il golf diventa racconto, e l’Italia sogna

Il vento dell’Argentario non sposta solo le palline: smuove anche le emozioni. Il rough non è solo erba alta, è il simbolo di una difficoltà che nobilita ogni colpo. E i green, scolpiti come onde, sono il banco di prova per chi ha davvero il controllo del proprio gioco.

Questo Open d’Italia 2025 sarà un torneo di resistenza, non di spettacolo facile. Un test per chi ha nervi saldi, cuore caldo e mente lucida. È il golf vero, quello che si decide su un colpo sbagliato, su una scelta prudente, su un chip salvato per miracolo.

E proprio perché non è semplice, può diventare speciale. Perché nei giorni in cui il campo si stringe, il vento fischia e la pressione sale, il golf italiano potrebbe finalmente tornare a farsi sentire. Forte.

Che sia un birdie alla 18, un ferro perfetto controvento o un putt da ricordare, l’Argentario è pronto a scrivere una nuova pagina di Open d’Italia. E stavolta, vogliamo che sia tinta d’azzurro.


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