Questa settimana l’Alps Tour ha fatto “stop” ad Ayamonte, in Spagna, a pochissimi chilometri dal confine con il Portogallo.
Il campo è un links ed è in perfetta armonia con la zona:
Poche colline ed estremamente ventilata poiché la costa si affaccia direttamente sull’oceano Atlantico.
Qui le raffiche di vento si aggirano intorno ai 40 km/h.
In quale maniera affronto un giro in queste condizioni?
Come ho detto ai miei compagni di avventura in viaggio con me, queste giornate non sono di golf, ma di fantasia.
L’immaginazione è la chiave.
Quando il vento soffia così forte, l’unico modo che ho per affrontare il giro è accettare.
Accetto che qualche colpo non andrà come vorrò e mi concentro solamente sulla visualizzazione del colpo provando a divertirmi.
È bello perché ogni tanto per mettere la palla in green decido una traiettoria a boomerang oppure altre con colpi dritti come delle spade.
Divento un piccolo pittore.
La cosa complicata è fidarsi di tirare il ferro 7 da 120 metri.
Normalmente lo tiro da 165 metri quindi la paura è giustificata, ma quando ho il coraggio di buttarmi e tirare il colpetto “lavorato” basso allora si che è musica.
Abbandonare gli schemi è la chiave.
Per non parlare del gioco corto.
Normalmente da bordo green uso il mio sand per fare quasi tutti gli approcci, ma con il vento la palla deve rimanere bassa.
Quindi passo da usare il sand ad usare il f7.
Intorno al green più la palla rotola più la controllo mentre più vola e più fa quello che vuole.
È un gioco di interpretazione.
Io che sono un giocatore che tende tanto ad uscire dal presente mentre sono in gara, in condizioni più difficili come queste riesco a mantenere di più il focus colpo dopo colpo.
Ovviamente è complicato giocare bene, però cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno.