Come si diventa Professionista?

Qualche giorno fa, mi trovavo in campo pratica e mi è stata fatta una domanda: Michele, ma come hai fatto a diventare un Professionista?

In effetti è una domanda molto interessante. Io ho sempre voluto “passare pro” fin da bambino, ma ho scoperto le regole di come diventarlo praticamente quando lo ero già.

Faccio dunque un po’ di chiarezza. Il cambio di status da amateur a professionista può avvenire in 4 modi:

  1. Ottenendo il diritto di gioco, o meglio la “categoria”, tramite le Qualifying School di almeno un circuito riconosciuto dalla Federazione Italiana Golf.
    Per circuito riconosciuto si intende: European Tour, Pga Tour, Asian Tour, Sunshine Tour, Challenge Tour, Korn Ferry Tour, Alps Tour, Pga tour Canada/Latino America/China, ProGolfTour, Ecco Tour, Europro Tour, Mena Tour 
  2. Superando i quattro giri di qualifica per poter accedere alla Scuola Nazionale di Golf e diventare maestro. I “giri” vengono disputati una volta all’anno al Golf Nazionale. Per poter partecipare a questa competizione bisogna prendere parte ad un “pre-corso” dove verrà fatta un’infarinatura dei concetti tecnici che stanno alla base dell’insegnamento del golf. 
  3. Meriti sportivi: è una procedura applicata di rado anche se io sono diventato professionista così. Sostanzialmente in base ai risultati conseguiti durante la carriera dilettantistica, la Federazione decide di riconoscere al giocatore lo stato di professionista anche se non soddisfa nessuno dei due punti sopraelencati.
  4. Auto dichiararsi professionisti. Sembra bizzarro, ma funziona realmente così. Nessuno vieta ad un giocatore di iscriversi in qualità di professionista ad una competizione internazionale, anche se disputata in Italia, e percepire un eventuale guadagno. L’unico problema è che per l’Italia, quel giocatore non sarebbe riconosciuto come professionista e dunque vivrebbe in un “limbo” dove a) non avrebbe occasioni di gioco perché sprovvisto di categoria e b) non potrebbe nemmeno giocare delle pro-am. Insomma, se dovesse esserci qualcuno interessato a quest’ultimo punto, per favore non fatelo!!!!

Infine, una piccola riflessione su quando passare professionista per gli amateur che stanno leggendo questo articolo:

Non esiste il momento perfetto per provare a buttarsi nella carriera del golfista.

Io, per esempio, sono diventato professionista a 19 anni. Sarà stato troppo presto? Non lo saprò mai; ho seguito il mio istinto ed ho bruciato qualche tappa.

Sono fermamente convinto che seguire la naturale evoluzione del tuo gioco sia sempre la scelta più giusta. Non lasciarti illudere da qualche giro sotto par, credendo che siano il segnale giusto per poter “passare”. Piuttosto analizza i tuoi score e piazzamenti su almeno un anno intero di tornei (salvo vittorie straordinarie tipo British Amateur, Europei individuali ecc.) e se vedi che sei sempre tra i primi e regolarmente giochi sotto par allora potresti essere pronto.

Ho volutamente utilizzato il condizionale perché anche degli ottimi piazzamenti potrebbero essere illusori. 

Non basta essere un buon giocatore per essere un buon professionista. 

Lo so, è un paradosso, ma la vita da pro è molto di più di quello che sembra. 

È importante avere una squadra solida che ti supporta ed avere un grande equilibrio anche al di fuori dal golf, nella vita.

Sicuramente la scelta di studiare in America con una borsa di studio oppure partecipare a delle gare dell’Alps Tour sono due preziosissime strade che ti regalerebbero moltissimi feedback.

Insomma, non costruire il tuo futuro sulla sabbia, ma bensì su un terreno solido. Se hai qualche insicurezza, abbi pazienza.

La carriera del golfista è lunga. Se sei destinato ad arrivare sui più alti gradini del World Ranking, hai tutto il tempo del mondo!


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