Dubai, la Terra Promessa (del golf)

Questo gennaio, dopo l’entrata in vigore delle restrizioni anti-covid e la relativa chiusura dei campi da golf, ho visto l’opportunità di andare a Dubai per allenarmi, così ho preparato le valigie e sono partito verso la terra promessa del golf.

E’ nato tutto grazie ad una telefonata di Aron Zemmer, nella quale mi ha proposto l’idea del viaggio, e in meno di dieci giorni ci siamo ritrovati su un aereo vuoto con direzione Dubai.

La parte più complicata dell’organizzazione è stata quella della ricerca della casa. Ci abbiamo messo un po’ a trovare la sistemazione che soddisfasse prezzo e posizione. Tuttavia, abbiamo trovato un piccolo “studio-apartment” ad un buon prezzo con vista sul campo da golf. Una gioia! 

Come base per l’allenamento abbiamo scelto l’Els Club. Il direttore del golf, Andrea Faldella, è stato gentilissimo con noi e ci ha offerto un pacchetto per poterci allenare lì cinque giorni a settimana. Nell’ampio ventaglio di servizi offerti dalla struttura, è compresa anche una palestra spettacolare. Pensate a qualsiasi attrezzo, li c’è!

Per me è stata la prima volta a Dubai, e a parte qualche foto del Burj Khalifa e delle riprese durante il Dubai Desert Classic, non avevo la più pallida idea di come potesse essere la città.

La prima impressione? Gigante e dispersiva. La cosa che mi ha lasciato più sorpreso è stata la distanza che c’è tra Dubai Downtown e Dubai Marina. Pensavo fossero attaccate, ed invece è un bel viaggio! 

Al contrario i campi da golf sono tutti molto vicini l’uno dall’altro; ce ne sono 6  nell’arco di 15 minuti di auto! 

L’Els Club, è un campo disegnato da Ernie Els e vanta una lunghezza di 6892 metri. La sua parte più difficile però non è la lunghezza, ma bensì la conformazione dei green. Sono pieni di pendenze e portano tutte ad uscire. Spesso ho tirato dei colpi convinto che fossero perfetti, poi mi sono girato ed ho ritrovato la palla a 25 metri dal green.

Detto così sembra una tortura, ma in realtà è uno spettacolo. Partiamo dal presupposto che le condizioni del campo sono impeccabili, è preparato da gara praticamente 365 giorni all’anno. I green sono velocissimi, la palla sembra poter rotolare all’infinito. I bunker sono messi nei posti perfetti, non c’è nulla di cui lamentarsi.

E’ un campo estremamente divertente perché lascia giocare dal tee, ma poi obbliga a tirare verso il green con molta intelligenza. 

Non solo ho avuto la fortuna di essermi allenato su un campo impegnativo come questo, ma anche quella di potermi confrontare con Zemmer, Migliozzi (che vive lì a Dubai da un anno) e altri giocatori che giocano sull’European tour.

Per la prima volta da quando sono professionista sono stato in grado di vedere in maniera limpida quelle che sono le parti del gioco che devo migliorare. E’ stato un feedback inestimabile.

Sono passato da giocare un paio di volte a settimana per qualche ora ad allenarmi tutti i giorni tutto il giorno. Per fortuna che potevo giocare solo cinque giorni altrimenti sarei esploso. Nei rimanenti due io e Aron abbiamo fatto i turisti e non nascondo anche qualche bella giornata in spiaggia a rilassarci. Un mix perfetto!

Una delle esperienze che mi sono piaciute di più di Dubai è stato giocare a golf di notte. E’ una di quelle cose che ho sempre voluto fare. C’è poco da dire, lascio che questa parli da sola.

Un mese è passato in un lampo. Senza ombra di dubbio è stata una delle esperienze più speciali della mia vita ed è stato bello poterla condividere con Aron.

Tornerò presto Dubai, questa è una promessa!


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