East Lake: golf, gloria e cash.
C’è qualcosa di epico, quasi teatrale, nel finale di stagione del PGA Tour. Dopo mesi di valigie sempre pronte, swing immortalati da ogni angolazione e putt che hanno fatto venire i capelli bianchi a più di un caddie, i conti si chiudono qui: all’East Lake Golf Club di Atlanta, il campo storico di Bobby Jones, che ogni anno mette in palio non solo il titolo di campione del Tour Championship, ma anche la tanto agognata FedEx Cup e il suo montepremi da capogiro. Quest’anno si parla di 40 milioni di dollari complessivi, con 10 milioni al vincitore. Non è un bonus, non è un “incentivo”: sono soldi veri, che entrano ufficialmente nella money list. Per capirci, il vincitore del Masters ne ha presi 3.6, chi si porta via East Lake moltiplica quasi per tre.
La grande novità del 2025 è che il format è stato rivoluzionato: addio agli “starting strokes” che avevano reso l’evento un po’ una partita a handicap mascherata. Adesso tutti partono alla pari, 72 buche stroke play come nella più pura tradizione golfistica, e chi vince il torneo vince la FedEx Cup. Punto. Fine delle discussioni sul fatto che uno fosse già a -10 giovedì mattina. Questa volta sarà battaglia vera, e gli outsider hanno finalmente un varco: basta infilare quattro giorni solidi e si entra nella storia. In altre parole: se East Lake negli ultimi anni aveva offerto spettacolo “a metà”, adesso promette di tornare a essere un’arena di sorpassi e ribaltoni.
East Lake e i suoi numeri
Il campo è stato leggermente modificato: par 70, con la 14° tornata par 4 (456 metri), e un layout che chiede più precisione che potenza bruta. Qui il rough è penalizzante, i green in Bermuda scorrono a 12.5 sullo stimpmeter e i fairway, stretti e tortuosi, premiano solo chi sa piazzare la palla. Non a caso i dati parlano chiaro: a East Lake negli ultimi cinque anni i migliori per Strokes Gained Total sono stati Justin Thomas (+1.44 per round), Viktor Hovland (+1.20) e Russell Henley (+1.06), grandissimi giocatori di ferri e piazzatori di palle da tee seriali.
Un altro dato interessante: il torneo spesso non è stato vinto da chi ha imbucato più putt, ma da chi ha gestito meglio i ferri lunghi. Nel 2024, Russell Henley ha chiuso con un clamoroso 62 finale, record del nuovo East Lake, dimostrando che quando i mid-iron sono chirurgici il punteggio scende anche senza fare magie col putter. Negli ultimi cinque anni la media del vincitore si aggira sul -12 complessivo, un numero che racconta un campo difficile ma non proibitivo: serve costanza, non una singola giornata da 61. In altre parole, qui si vince con la calcolatrice più che con la bacchetta magica.
L’uomo-metronomo: Scottie Scheffler
E poi c’è lui, Scottie Scheffler, l’uomo che nel 2025 ha trasformato la stagione in un manuale di golf applicato. Parliamo di 5 vittorie stagionali, 15 top-10 in 18 eventi e numeri che sembrano scritti da un algoritmo: 68.110 di scoring average (primo sul Tour), +2.751 in Strokes Gained Total e +2.354 in SG Tee-to-Green, margini mai visti dai tempi di Tiger 2000. Tanto per dare un’idea: il secondo classificato in SG Tee-to-Green quest’anno sta quasi un colpo pieno dietro.
Scheffler ha persino sistemato quello che era il suo tallone d’Achille: il putter. Dopo essere stato 162° nel 2023 in SG Putting, nel 2025 è risalito fino al 22° posto con +0.362 colpi guadagnati a giro, grazie al cambio di grip. Non è più solo il miglior ball-striker del pianeta: è diventato un pacchetto completo, senza punti deboli. Non a caso guida anche la statistica sui par-4 (media 3.92 colpi) e sugli approcci dai 150-200 metri, l’esatto range che East Lake chiede più spesso.
E per chi ama le chicche: quando Scheffler manca il fairway, in media la sua palla si ferma a 18 piedi dal bordo. Significa che anche gli errori sono calcolati al millimetro. È il golf di precisione nella sua forma più pura.
Ah, e c’è un altro dato che nessun database registra ma che tutti notiamo: ormai, con quante volte vince, siamo in grado di misurare la crescita di suo figlio a occhio nudo nelle foto della premiazione. Settimana dopo settimana, Scottie solleva trofei e il piccolo sembra crescere a vista d’occhio. La PGA ha praticamente inventato una nuova statistica: Strokes Gained: Parenting.
Se dovesse vincere anche qui, diventerebbe il primo a chiudere con sei titoli stagionali e la FedEx Cup nello stesso anno dai tempi di Tiger Woods. E già questo basta per capire che la narrativa del weekend avrà un protagonista annunciato.
Gli inseguitori e le possibili sorprese
Ma non è un monologo, o almeno così sperano gli altri 29 e anche un po noi per vedere battaglia. Rory McIlroy resta il più credibile tra gli inseguitori: tre FedEx Cup in bacheca, feeling naturale con East Lake e top-5 in SG Total per round nell’arco della stagione. Il suo scoring average di 68.965 racconta una solidità notevole, anche se manca quella continuità devastante dal tee che l’ha sempre aiutato. Poi c’è Viktor Hovland, che al BMW ha mostrato segni di risveglio con una clinic da +1.3 SG sugli approcci al green. Se tiene il ritmo, è l’unico che in passato ha saputo rubare la scena a Scheffler su questo campo.
Russell Henley, l’uomo dei numeri sottotraccia, ha il secondo miglior dato stagionale in SG Tee-to-Green nelle ultime 24 buche (+1.64) ed è uno che East Lake lo conosce bene. Tommy Fleetwood viaggia con +1.25 T2G e un 2025 che lo vede finalmente costante nei piazzamenti, anche se deve dimostrare di saper vincere quando conta e qui la pressione sarà ancora più elevata. Attenzione a J.J. Spaun: campione U.S. Open a Oakmont e uno dei migliori sei del Tour in SG Approach. Se il format fosse rimasto quello vecchio, Spaun sarebbe stato già tagliato fuori; invece quest’anno ha chance reali.
La volata finale
Sarà quindi una battaglia a colpi di numeri, più che di narrazione romantica. East Lake non perdona chi non porta le statistiche dalla propria parte. Gli ultimi cinque anni ci dicono che il vincitore qui deve stare stabilmente sopra +1 SG Tee-to-Green per round, guadagnare almeno +0.5 sugli approcci e non perdere colpi sui green. Semplice a dirsi, un inferno a farsi.
Scheffler ha tutto dalla sua: dati, forma, storia. Ma in un format nuovo, basta una giornata storta dal tee e un 73 fuori programma per rimettere in corsa tutti gli altri. Il bello è proprio questo: stavolta la FedEx Cup non si consegna il giovedì mattina, ma si gioca colpo su colpo fino all’ultima buca della domenica. E, fidatevi, sarà una di quelle domeniche in cui anche il divano sembrerà un posto troppo comodo per restare seduti.