Era o non era Fabrizio Zanotti ? La verità viene a galla dopo 9 anni.
Perché rivelare dopo 9 anni qualcosa di veramente accaduto?
Perché, casualmente, nel ricordare l’avvenimento è tornato alla memoria questo divertente aneddoto che non dovrebbe più farmi rischiare il licenziamento.
E allora eccolo qui su un piatto d’argento.
Prima di raccontarlo però un tributo al protagonista “indiretto” Fabrizio Zanotti o se preferite pronunciarlo nella sua lingua madre “Sanooti” pensando a come Nicola Savino fa l’imitazione di Papa Francesco.
Fabrizio ora ha 38 anni, ma è ancora uno degli sportivi più rispettati del Paraguay, il primo per esattezza a vincere sul tour europeo. Nel 2014 è il protagonista di uno splendido playoff durato cinque buche dove ha liquidato Gregory Havret, Cabrera Bello ed Henrik Stenson.
Dopo la vittoria nel BMW International Open arriva a distanza di 3 anni quella nel Maybank Championship.
Nel 69° Open d’Italia era però indietro in classifica nel secondo giro o almeno non abbastanza in alto da richiederlo come ospite per un’intervista.
Peraltro la postazione di commento è sempre stata ubicata all’interno del cosiddetto TV compound, normalmente molto lontano dalla club house e praticamente introvabile.
E allora cosa ci faceva Fabrizio Zanotti nella terza giornata ai nostri microfoni durante la telecronaca?
Niente, semplicemente perché non era lui.
Lui si trovava serenamente in campo pratica dopo il giro.
Chi lo “sostituiva”,imitandolo, era Alberto Binaghi, coach della nazionale professionisti con il sottoscritto ed il mio collega Roberto Zappa in cabina di commento.
Faceva molto caldo e senza aria condizionata dopo aver pranzato il rischio di un calo d’attenzione era alto.
Per alzare il livello c’era bisogno di un tema nuovo.
Alberto con tutti gli anni di esperienza da giocatore del tour prima e da allenatore poi, aveva una padronanza della lingua spagnola più che sufficiente.
Inoltre, la frequentazione con diversi caddie argentini durante gli anni di gioco aveva migliorato il suo vocabolario. Addirittura mesi prima un dipendente argentino che lavorava nella produzione gli aveva chiesto se provenisse da Buenos Aires.
Ci guardiamo e mi dice: “E se facessi Zanotti?”
Per me un’invito a nozze, nonostante il timore del flop in diretta.
Dovevo però lasciare la cuffia al “fantomatico” Zanotti poiché Zappa avrebbe continuato a parlare con Binaghi che a questo punto sarebbe diventato sia ospite che interprete!
Riparte la diretta, “l’ospite” viene presentato.
10 minuti di battute e risposte sull’Open che si stava giocando e sulla “sua” prestazione. Accanto a lui Roberto giustificatamente in apprensione per l’esito dell’intervista finta ed io alle spalle che ridevo come un pazzo, ma sicuro che l’avremmo portata a casa.
Nessuno se ne accorse tranne un amico spagnolo di Binaghi.
Per la cronaca quella edizione terminò con la vittoria di Gonzalo Fernandez Castano.
Zanotti finì al al 46°posto e con un’intervista in meno.
Noi due settimane dopo saremmo stati negli speaker per commentare la più bella vittoria europea in Ryder Cup.