Ex dipendente dell’Augusta National condannato al carcere per un maxi furto di cimeli del Masters: rubati anche Green Jacket storici
Per oltre un decennio, un uomo ha approfittato del suo accesso privilegiato ai segreti del celebre Augusta National Golf Club per mettere in atto uno dei furti più clamorosi nella storia dello sport. Ora, Richard Globensky, 40 anni, residente a Evans, in Georgia, pagherà le conseguenze con un anno di carcere federale e oltre 3,4 milioni di dollari di risarcimento da restituire al club.
Ma dietro questa notizia c’è molto di più: una vicenda fatta di inganno, avidità e la vendita illecita di pezzi inestimabili della storia del golf.
Un piano durato 13 anni
Secondo quanto riportato dalla Procura degli Stati Uniti, Globensky lavorava come assistente di magazzino all’Augusta National, sede del The Masters. Tra il 2009 e il 2022, ha approfittato della sua posizione per sottrarre in modo sistematico centinaia di articoli, che spaziavano dai più comuni gadget del torneo – come magliette, cappellini, orologi – a pezzi unici di immenso valore storico.
Il bottino più clamoroso? Tre leggendarie Green Jackets, simbolo riservato solo ai vincitori del Masters.
I Green Jacket dei campioni rubati
Nel furto spiccano le giacche appartenute a tre giganti del golf:
- Arnold Palmer, uno dei volti più iconici della storia del torneo, vincitore nel 1958, 1960, 1962 e 1964.
- Gene Sarazen, vincitore nel 1935, nella seconda edizione del Masters.
- Ben Hogan, vincitore nel 1951 e 1953, noto per la sua tecnica e precisione leggendaria.
Rubare questi cimeli non significa solo sottrarre oggetti, ma trafugare parte della memoria collettiva del golf mondiale. Le giacche erano conservate all’interno del club con accesso limitato e riservato solo ad alcuni membri e personale selezionato. Globensky, approfittando della fiducia riposta in lui, è riuscito a eludere ogni controllo per anni.
Un giro d’affari milionario e una vita da sogno costruita sull’illegalità
Globensky ha venduto i beni rubati a un intermediario online con sede in Florida, incassando oltre 5 milioni di dollari. Gli oggetti venivano poi rivenduti a collezionisti ignari – o forse consapevoli – del loro vero passato, con ricarichi enormi.
Con i proventi, Globensky e sua moglie hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità:
- Ha speso quasi 600.000 dollari per costruirsi una casa in Georgia.
- Ha acquistato cinque veicoli di lusso e una barca a motore per un totale di oltre 370.000 dollari.
- Ha speso più di 160.000 dollari in vacanze a tema Disney e attrazioni correlate.
- Ha investito circa 32.000 dollari in articoli firmati Louis Vuitton.
“Il modo in cui ha utilizzato quei fondi dimostra chiaramente che l’avidità è stata la principale motivazione dietro il crimine,” ha affermato l’assistente procuratore federale Brian Hayes nel documento di condanna.
La sentenza
Il tribunale ha inflitto a Globensky una condanna a un anno di carcere federale e l’obbligo di restituire 3.448.842 dollari all’Augusta National Golf Club. La pena potrebbe sembrare lieve rispetto alla portata del furto, ma rappresenta comunque un segnale forte da parte delle autorità federali.
Nel mondo esclusivo del golf professionistico, dove il rispetto per la tradizione e l’onore sono pilastri fondamentali, il furto di Globensky rappresenta una macchia difficile da cancellare.
Che fine faranno i Green Jacket rubati?
Uno degli aspetti più delicati di questa vicenda riguarda proprio il recupero degli oggetti rubati – in particolare le tre Green Jackets. Questi capi d’abbigliamento non sono solo ricordi sportivi: sono pezzi unici, spesso personalizzati, e rappresentano una sorta di “sacro Graal” per gli appassionati di golf e i collezionisti.
Secondo fonti investigative, parte della merce trafugata da Globensky è già stata localizzata e recuperata durante le indagini federali, grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Giustizia, l’FBI e il club stesso. Tuttavia, non è stato ancora chiarito se tutti e tre i Green Jacket siano stati restituiti o se uno o più di essi siano finiti nelle mani di collezionisti privati in modo definitivo.
L’Augusta National Golf Club, notoriamente riservato e protettivo nei confronti della sua immagine, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito ai singoli cimeli recuperati. Ma è probabile che, nel caso in cui le giacche tornino in possesso del club, vengano conservate in modo ancora più sicuro, magari esposte in archivi interni accessibili solo ai membri o utilizzate per mostre celebrative in occasioni speciali.