Gareth McNeilly: sono un ragazzo fortunato.

“Quello che ti prende di una moto”, dice Gareth McNeilly, “è che basta indossare il casco e la tua mente si mette già in viaggio”.

La popolazione dell’Irlanda è una con le più alte percentuali di golfisti al mondo, ma sorprendentemente nessuno della famiglia d’origine di Gareth giocava. Fu la cugina di sua madre che per prima introdusse Gareth al gioco, regalandogli un ferro nove e un putter quando aveva solo sette anni. E fu così che Gareth ed i suoi amici passavano i pomeriggi in un prato dietro casa, che loro stessi avevano attrezzato come campo da golf, con l’inventiva che solo i bambini possono avere.

All’età di 15 anni entrò a far parte del circolo della sua città, il Golf Massareene, dove una fiorente sezione juniores si riuniva ogni giorno durante le vacanze. “Eravamo un bel gruppo rumoroso”, dice Gareth, oltre cinquanta ragazzi che si godevano il golf, era un luogo stimolante dove giocare divertendosi.

I ragazzi col tempo diventano uomini, e la parte successiva del viaggio di Gareth è stata quando ha lasciato l’Irlanda del Nord per andare in Scozia e all’Università di Stirling per studiare marketing. Gareth si era trasferito da un paese pazzo di golf a un altro, e con sua grande gioia scoprì che l’università aveva il suo campo pitch & putt, dove poteva giocare quasi ogni pomeriggio dopo le lezioni. Dopo la laurea Gareth ha scelto di iniziare la sua carriera lavorativa in Scozia, per poi tornare in Irlanda anni dopo.

Durante un fine settimana, in Irlanda, assieme a tre compagni, indossato il casco ed in sella alle loro moto partirono per un’escursione, ma fu proprio in quell’occasione che la vita per Gareth subì una svolta. Fu questione di pochi secondi: l’acceleratore della moto di Gareth si inceppò alla massima apertura, e mentre la sua ruota anteriore si impennava, si rese conto che l’unico modo per salvarsi era “abbandonare la nave”, come dice lui.

Fonte: EDGA

Quella decisione gli ha salvato la vita, ma gli è costata una gamba. Una ringhiera di metallo fermò il corpo di Gareth, ma presto si rese conto che la parte inferiore della sua gamba, ancora nello stivale, era staccata dal resto del suo corpo. Fu prontamente soccorso da uno dei suoi compagni che usò una cintura come laccio emostatico e rallentò l’emorragia fino all’arrivo dell’ambulanza.

Dopo un mese in ospedale e dieci settimane di riabilitazione, Gareth poteva camminare di nuovo grazie ad una protesi. Gareth lo fa sembrare semplice, ma sicuramente ci deve essere stato di più. Dice: “Sono stato fortunato, e sì, potevo morire.”

Il suo innato ottimismo ha permesso a Gareth McNeilly di guardare al futuro.

All’indomani dell’incidente e della sua riabilitazione, il golf fu accantonato. La prima gamba protesica era funzionale ma inadatta per poter giocare a golf, mentre la protesi successiva, beh, è proprio il caso di dirlo, era davvero un passo avanti. Con i sensori nel piede e nel ginocchio era, secondo Gareth “Proprio come riavere la gamba”. Ha iniziato a giocare alcuni giri di 9 buche, e poi è progredito a 18 buche man mano che la sua fiducia cresceva. Stava giocando già da un paio d’anni quando ha visto un tweet su alcune attività svolte da EDGA e chiese informazioni.  Sebbene il golf rappresenti uno svago per Gareth, mantiene ancora vivo il suo spirito competitivo.

Fonte: EDGA

Il suo primo evento EDGA in Scozia è stato una rivelazione per Gareth, “Questi eventi possono diventare molto competitivi e lo standard è alto”, dice, ma ciò che ha trovato davvero stimolante è la conoscenza di altri golfisti, “Siamo ragazzi e basta, non un amputato, un ragazzo con un braccio e così via, siamo solo dei golfisti che vogliono fare del loro meglio.”

Gareth è desideroso di coinvolgere più persone con disabilità nello sport. Insieme a un altro giocatore irlandese, Brendan Lawlor (che ormai i lettori hanno iniziato a conoscere) gareggia regolarmente negli eventi EDGA.  Hanno anche incontrato la Confederation of Irish Golf per capire meglio l’opportunità per l’Irlanda: “Vorremmo vedere giornate di coaching e sviluppo per portare i giovani con disabilità nello sport”. L’attività di Gareth ha portato buoni frutti:  a luglio 2022 ci sarà il primo Irish Open e sarà il capitano della squadra irlandese nei prossimi campionati europei a squadre in Belgio a luglio 2022.

Gareth offre un ultimo consiglio a chiunque abbia vissuto un incidente che gli ha cambiato la vita: “Prendi ogni giorno come viene, ascolta i fisioterapisti e le persone che sono lì per rimetterti in piedi e sappi che ci sono opportunità per te là fuori, nella vita”.


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