L’inglese George Blackshaw è uno dei golfisti con disabilità emergenti nel panorama europeo: giocatore ‘one digit’, sa abbinare la concentrazione al sorriso.
“Tutti dovrebbero praticare uno sport, anche perché ti fa stare a contatto con altre persone, conosci nuovi amici. Con il golf poi hai la possibilità di stare in mezzo a paesaggi bellissimi”, dice George. Poi prosegue: “Amo sfidare me stesso, migliorarmi continuamente, ed il golf è perfetto per questo. Ma mi piace molto anche l’aspetto conviviale di questo sport, le sfide con gli amici, le uscite con la mia famiglia”.
George ha iniziato a giocare a 14 anni, seguendo il padre ed i fratelli. Si appassionò subito.
Dovete però sapere che George è sopravvissuto ad un grave incidente che ebbe quando era molto piccolo. Racconta: “Avevo 15 mesi ed ho avuto un incidente con il tosaerba. Dico sempre che probabilmente è un bene che sia successo quando ero così piccolo, così non posso ricordare nulla. Giocavo nel mio giardino ed a un certo punto mi sono seduto sul tosaerba… Ho perso il braccio destro appena sotto il gomito e il piede destro, fino alla caviglia.”
“Anche per i miei genitori è stata piuttosto dura. Posso immaginare che i primi mesi siano stati ovviamente orribili. Mi hanno raccontato che dopo l’incidente non mangiavo più. Credo a causa del forte shock. Avendo altri tre fratelli, in famiglia sono sempre stato trattato allo stesso modo, e penso che mi abbia aiutato enormemente, mi ha reso indipendente e in grado di fare le cose da solo.
“Ho sempre saputo di essere diverso da tutti gli altri, ma non mi sento un disabile. A scuola i miei compagni di classe hanno sempre cercato di aiutarmi, quando occorreva”.
Quando George ha iniziato a giocare a golf, anche a lui si è presentato il dilemma: giocare da destro o da mancino? Una scelta che abbiamo visto fare da altri giocatori con il braccio amputato (es. Marcus Malo).
“All’inizio abbiamo fatto un po’ di esperimenti. Poi è stato abbastanza chiaro che, considerando anche la protesi alla gamba destra, giocare da destrorso era la cosa migliore. Ha reso più facile colpire la palla. Quindi sì, guardando indietro ora, è stata la decisione giusta presa”.
George da qualche anno sta lavorando molto anche in palestra, per sviluppare forza ed equilibrio o, come dice lui, avere un “corpo equilibrato”.
“Tutti mi dicevano che ero ‘sbilenco’: in effetti uso esclusivamente la parte sinistra del mio corpo. Così mi sono messo in contatto con un personal trainer e gli ho chiesto di concentrare il lavoro solo sul mio lato destro. Ho così iniziato a fare esercizi e movimenti che non avevo mai fatto prima, ad esempio trazioni con il braccio destro, cose del genere. Vado da lui due volte a settimana da tre anni e mezzo e ho fatto enormi miglioramenti”.
Siamo alla fine della nostra chiacchierata. George hai altri sogni nel cassetto?
“Se riuscissi a convincere altre persone con disabilità – ma non solo – a giocare a golf sarebbe fantastico, perché è davvero uno sport che regala emozioni incredibili. Ma lo sono anche molti altri sport. Mi piacerebbe assolutamente un ruolo nel settore sportivo, fare qualcosa nell’ambito dello sport per disabili e in particolare del golf per disabili: ha avuto un ruolo così importante nella mia vita che mi piacerebbe aiutare altre persone a entrarci. Se potessi farlo, sarebbe fantastico”.