Grazie a Simone Biles non mi sento più solo

Le olimpiadi di Tokyo 2020 si sono rivelate l’emblema di un mondo in ripresa dal Covid-19 ed ha acceso un faro sulla salute mentale degli atleti con Simone Biles.

La Biles non è una semplice ginnasta, ma “LA” ginnasta; cinque volte campionessa del mondo e oro a Rio 2016.

Tutti da lei si sarebbero aspettati un’altra olimpiade d’oro. Inaspettatamente però ha deciso di ritirarsi dalla finale della competizione a squadre:

“Sento che non mi sto divertendo più come prima, ho la sensazione di partecipare per altri e non per me stessa e come conseguenza ho meno fiducia di prima”

Queste sono le parole che hanno fatto il giro del mondo in pochissimi minuti scuotendo milioni di persone, me compreso.

Simone non è la prima atleta a mettere la propria salute mentale come priorità.

Nel mondo del golf è successa la stessa cosa a Matthew Wolf.

Dopo un 2019 e 2020 pieno di successi tra cui la seconda posizione allo US Open, la carriera di Wolf, o per lo meno il 2021, sembrava già scritto: possibilità di vincere un Major e di partecipare alla Ryder Cup.

Sono entrambi degli obbiettivi che farebbero invidia al 99,99% dei golfisti sul pianeta, eppure per Matthew sono stati controproducenti.

Durante la prima parte del 2021 Matthew ha mancato quattro tagli su sette gare di cui tre consecutivamente e dopo il Master non ha più giocato per quasi due mesi interi.

Wolf ha fatto il suo ritorno allo US Open e in conferenza stampa ha dichiarato che aveva perso il proprio amore nei confronti del golf arrivando a descriversi come senza speranza.

“Mi sono concesso questi due mesi per ritrovare la motivazione. Sono tornato a casa e mi sono allenato nel campo dove sono cresciuto e finalmente dopo un po’ di tempo ho ritrovato fiducia e speranza”

Quello che ammiro sia in Wolf, sia nella Biles è stato il coraggio di fermarsi e riconoscere che la mentalità con cui stavano affrontando la propria vita professionale non era affatto sana.

Mi rivedo molto in loro.

Lo sport praticato a livello professionale porta con sé tanti lati positivi, ma allo stesso tempo il peso delle aspettative sia personali, sia “esterne” possono trascinare velocemente in un vortice negativo.

La Biles e Wolf mi hanno finalmente dato il coraggio di ammettere che anche io ho gli stessi problemi.

Per la prima volta non mi sono sentito “solo” oppure “strano” ad avere questi pensieri.

Riconoscere una difficoltà è di per sé la soluzione della difficoltà stessa.

Simone ne è la dimostrazione. Dopo lo “sfogo” ufficiale ha deciso di gareggiare sulla trave ed ha vinto la medaglia di bronzo.

Nemmeno lei se lo aspettava, eppure ci è riuscita perché ha fatto tutto per sé stessa e per nessun altro.

Cosa ho imparato da lei?

Ho preso consapevolezza delle mie paure e semplicemente al posto che cercare di combatterle, le ho accolte a braccia aperte.

Ora sono nella fase di accettazione, non so quanto durerà e non mi importa…mi godo il viaggio!


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