Hai mai visto un Open dal vivo?

Non sono stato così fortunato da andare a vedere molti Open professionistici dal vivo.

Negli ultimi 14 anni, la fortuna è stata quella di commentarli, nella maggior parte dei casi però, da studio…

Molte persone pensavano che io e i miei colleghi fossimo sul posto, ma non era così.

Merito di Mario (Camicia) che sussurrava quando i giocatori erano sul green.

Un giorno Silvio Berlusconi lo fermò nei corridoi di Mediaset dicendogli (fate Voi l’imitazione della sua voce..):” Camicia, se lei abbassa la voce quando i giocatori sono sul colpo finale, fa aumentare l’attenzione, ha capito??

Detto, fatto!

Sembravamo, e a volte caro Mario, sembriamo a bordo green con la paura di fare rumore.

Essere sul posto però è tutta un’altra cosa e decisamente diverso dal guardarlo in televisione.

Le opportunità che si hanno oggi per seguire un torneo dal vivo sono tante.

Bisogna programmarle con molto anticipo.

Guardando per esempio con attenzione i calendari del Pga Tour, del DP World Tour, del Ladies European Tour o del Lpga Tour e cercando di individuare le date più congeniali e anche i giorni migliori per arrivare sul percorso.

Se si ha voglia e tempo la cosa più bella è proporsi come volontario all’organizzatore dell’evento.

Normalmente sono informazioni reperibili sul sito del torneo.

Altrimenti potete decidere se seguire maggiormente i vostri giocatori preferiti nelle giornate di prova campo,  (solitamente martedì o mercoledì) dove normalmente gli atleti partecipano alla pro-am organizzata solitamente dallo sponsor, o girano per conto loro per testare le condizioni del percorso e le strategie migliori.

Se invece volete entrare nel vivo della competizione non perdete assolutamente la giornata finale, con la possibilità di vedere una bellissima sfida proprio nel finale di gara.

Portando assolutamente i figli, i nipoti, alcuni amici (meglio se non giocatori) o chiunque vogliate far emozionare a colpo sicuro.

Perchè questo preambolo?

Semplicemente per stimolarvi a vivere una bellissima esperienza.

Quella che vivo io quando mi prendo qualche giorno fra una diretta e l’altra, anche per divertirmi con la fotografia, un hobby arrivato tardi, “pericoloso” quanto il golf…

Si rischia di perdere la testa.

L’ultima mia uscita è stata a Crans Montana, sede dell’Open svizzero dal 1948, attualmente Omega European Masters.
La pietra è vera…

Un Open ben più longevo (giocato per la prima volta nel 1923) che negli anni ha aumentato il suo valore e la sua aura di evento esclusivo al quale almeno una volta nella vita bisogna essere presenti.

Arrivai qui la prima volta nel 1993, per scrivere un articolo per una rivista che si chiamava Golf Italiano, e non smisi più di tornarci, sia per giocare una torneo (ex-challenge tour), ma soprattutto per l’Open.

E sembra subito difficile immaginare come sia possibile mantenere vivo un torneo di questo livello, in una località dove non ci si aspetterebbe un percorso così ben inserito nel contesto montano a ridosso della stazione sciistica.

Il primo “pellegrinaggio” alla buca 7

Si, certo, il tema economico ha una enorme importanza, ma l’impegno profuso negli anni per adeguare il percorso ai nuovi standard di gioco è stato enorme.

Taglio dei green alle prime luci dell’alba con la “singola”
La buca 6 NON è molto larga

Le variazioni fatte negli anni al layout del campo, dove sono stati anche commessi alcuni errori (vedi l’incarico per le modifiche a Seve Ballesteros), vedono ora un campo con un buon equilibrio fra spettacolarità e difficoltà.

Lo stretch finale con i par 5 della 14 e della 15 aumentano l’aspettativa del pubblico per un finale adrenalinico che ha visto addirittura 7 playoff nelle ultime 10 edizioni.
Il fairway della 15

Quando questo pezzo andrà online il torneo non sarà ancora terminato, ma la mia intenzione era quella di mostrarvi quello che normalmente non si vede in televisione nella speranza di incontrarvi numerosi alla prossima edizione. Rigorosamente dal vivo!!

Nomi noti sulla “Walk of fame” di Crans
Uno “sguardo” dal green della 7
Si parlava di calcio… (Matteo Manassero e Francesco Molinari con il suo caddie Samuel Bernard)
Domanda complicata per Rasmuss
Ancora lui! per il 34mo anno consecutivo (Miguel Angel Jimenez)
Prima giornata complicata per i “data collectors”
L’immancabile bandiera del cantone del Valais per il via libera al gioco della buca 5
Francesco Laporta sul tee della 10
Filippo Celli sul secondo colpo della 5
Lorenzo Scalise sul tee shot della 10

Contenuti simili

Mizuno, Torino e il golf

Il brand Mizuno ha una lunga storia d’amore con il golf, iniziata nel 1933 quando l’azienda giapponese lanciò…
Total
0
Share