Haki Doku: il recordman innamorato del golf

Ho conosciuto Haki Doku lo scorso anno durante l’Open d’Italia Disabili: un bel sorriso solare, era come se ci conoscessimo da sempre.

Haki è un ‘paragolfer’, termine con il quale si identificano i golfisti che non hanno l’uso delle gambe e che utilizzano una particolare macchina che permette loro di muoversi lungo il percorso e mettersi in posizione eretta per poter tirare il colpo.  I paragolfer mi fanno pensare ai centauri della mitologia greca, metà uomo e metà cavallo: vederli sfrecciare nei fairways ha qualcosa di stupefacente.

Foto di Haki Doku

Haki Doku ha iniziato giocare a golf quasi 2 anni fa, incoraggiato da alcuni amici.

“Diciamo che più che giocare a golf, sono ancora al livello di ‘tirare la pallina’. Sono ancora agli inizi, ho moltissimo da imparare. Il golf è una sfida bellissima, non ho mai visto uno sport così difficile eppur così affascinante. È più facile scendere le scale, bendato, con la carrozzina impennata!”

Eh già, dovete sapere che Haki è nel Guinness dei Primati! L’ultimo suo record è quello di aver percorso in discesa, con la sua carrozzina, ben 12.000 gradini di tre grattacieli in 12 ore a Francoforte lo scorso settembre.

Inoltre ha partecipato anche alle Paralimpiadi di Londra 2012 nella specialità handbike con la squadra albanese (‘ma se mi sono qualificato è stato grazie al sostegno del Comitato Italiano Paralimpico’).

“Il mio circolo è Le Rovedine ed il mio maestro è Franco Piras. Mi hanno accolto con entusiasmo e ringrazio per accompagnarmi in questa mia nuova avventura. Per un maestro di golf non è facile insegnare a chi ha limitazioni fisiche come le mie. Allora un giorno mi è venuta un’idea: ho detto a Franco di mettersi sul paragolfer e di provare a tirare. Ci siamo fatti delle risate – lui inizialmente non riusciva a muoversi – ma è stato utile. Ho tanto da imparare, come ti ho già detto il golf è una grande sfida, insegna a conoscere se stessi sia dal punto fisico che mentale, è amicizia, è frustrazione, è felicità, è essere in mezzo alla natura. Insomma, è semplicemente meraviglioso”.

Prima di salutarci chiedo ad Haki se ha un sogno nel cassetto.

“Mi piacerebbe poter giocare all’US Adaptive Open Championship, ma devo abbassare ancora un po’ il mio handicap. È uno stimolo per lavorare ancora di più”.

Caro Haki, io sono sicura che ce la farai.

Così come è sicura la nostra amica piemontese Tiziana – antica golfista, ahimé non più praticante – alla quale noi golfisti con disabilità abbiamo fatto riscoprire l’amore per questo sport, riportandola ‘sulla retta via’, dopo anni trascorsi a seguire altri sport paralimpici.


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