Il golf inizia a quarant’anni

Il golf moderno per fortuna strizza l’occhio ai giovani, ma sappiamo bene che la maggior parte dei golfisti non è di primo pelo. Ben vengano dunque libri dedicati in maniera specifica a golfisti senior (o aspiranti tali). E se a parlare è un monumento come Sam Snead, probabilmente varrà la pena starlo ad ascoltare.

Quest’anno l’editore Caissa Italia ha aggiunto una chicca al suo catalogo golfistico: Il golf dopo i 40 anni. Come usare l’età a proprio vantaggio. L’edizione originale americana è apparsa negli anni Settanta del secolo scorso, ma i concetti espressi da Snead sono senza tempo. Perché la tecnica e i materiali da allora hanno fatto passi da gigante, e tuttavia l’invecchiamento del corpo è un fatto con cui dobbiamo fare i conti oggi esattamente come allora. E in più, l’autore è un golfista il cui palmarès “da vecchio” parla da solo, essendo stato:

  • il primo giocatore a vincere una gara professionistica in sei decadi differenti (dagli anni Trenta agli anni Ottanta);
  • il più anziano vincitore sul PGA Tour: Greater Greensboro Open, all’età di 52 anni, 10 mesi e 8 giorni;
  • il giocatore più anziano a passare il taglio ad un major: il PGA Championship del 1979, a 67 anni, 2 mesi e 7 giorni;
  • il primo giocatore a tirare un numero di colpi pari alla sua età ad un evento del PGA Tour: 67 durante il secondo giro del Quad Cities Open del 1979;
  • il giocatore più anziano a passare il taglio ad una gara del PGA Tour: 67 anni, 2 mesi e 21 giorni al Manufacturers Hanover Westchester Classic del 1979.


Il punto centrale del libro è questo: è preferibile migliorare i punti di forza che già si possiedono piuttosto che non cercare di apportare cambiamenti radicali nello swing o nella tecnica generale. È questo è fondamentale: poiché dobbiamo imparare a convivere col nostro corpo che cambia – e dobbiamo farcene una ragione –, è importante rendersi conto che è assolutamente complicato (per quanto non impossibile) trasformare in maniera radicale il nostro gioco già formato da anni, perché questo presupporrebbe un lavoro lungo e incerto. Del resto, si può essere d’accordo oppure no, ma Max Homa scrive:

If u are a casual golfer not playing tournaments, and I can’t stress this enough, do whatever u want. This game sucks and is impossible. Just have fun

Un altro punto di forza del libro è costituito dagli aneddoti riferiti alla propria carriera con cui Snead dà inizio a ciascun capitolo, che rendono la lettura divertente e facilmente assimilabile.

Il libro si divide in tre sezioni: nella prima Snead ci illustra come ottenere di più da ciò che già abbiamo, facendo leva sui nostri punti forti e lasciando andare – dimenticando proprio – le nostre debolezze; la seconda è dedicata al gioco lungo, e la terza al gioco corto e al putt. E proprio il putt, come sappiamo bene, fu il tallone d’Achille per gran parte della carriera di Snead, quello che gli impedì di ottenere un numero di vittorie ancora maggiore rispetto a quelle effettive (e comunque è in cima alla lista a questa classifica al di fuori dal tempo, a pari merito con Tiger): e qui l’autore chiude il cerchio, dando suggerimenti di cui per primo si servì con successo.

Sam Snead dimostra la sua flessibilità a Seve durante la Ryder Cup del 1979

Sento di aver vissuto in prima persona i problemi specifici dei golfisti in età più avanzata. Ho combattuto le stesse battaglie – l’accorciamento dell’arco dello swing, lo yips in agguato, l’occasionale perdita di ritmo, la paura di perdere distanza – e le cattive abitudini che tutto ciò può creare. E poi gli acciacchi e i dolori che arrivano con sempre maggiore frequenza.

Ho imparato a convivere con queste cose e potete farlo anche voi. Per molti versi, il mio gioco è migliorato dopo aver superato il quarantesimo, anzi il cinquantesimo compleanno.

Oggi che ho sessantacinque anni sto ancora trovando nuovi modi per girare come ho sempre girato, e a volte anche meglio.

Il libro si inserisce in un filone ricco, proprio perché l’argomento interessa la maggioranza dei golfisti. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, ecco alcuni altri libri in tema: Golf Over 40 For Dummies, che fa parte dell’ormai classica serie “per negati”; Play Golf Forever, una guida fisioterapica al fitness e alla salute dopo i cinquant’anni; e Golf Past 50, in cui vari professionisti senior illustrano i loro metodi per difendersi dal tempo che scorre, quel nemico che da sempre si annida dentro ciascuno di noi, che cresce molto lentamente e che ci sconfiggerà senza possibilità di appello.

Ma i rimedi, appunto, esistono.


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