Il green perduto del Los Angeles Country Club
La storia inizia con Ben Crenshaw, due volte Masters Champion, che qualche anno fa, durante un giro sul North Course del Los Angeles Country Club, arrivò sul fairway della buca 17.
L’attenzione di Crenshaw fu attratta da una zona, sul lato destro del fairway dell’attuale par 4, dove la boscaglia e gli alberi erano molto fitti.
Incuriosito,si addentrò, e lo vide.
Il narratore é Geoff Shackleford, scrittore e storico del golf, citato già da The Shaper, il nostro Vittorio Addabbo, nell’articolo di presentazione del percorso su cui é in corso il 123mo U.S. Open.
Ben Crenshaw si imbattè nel vecchio green della 17, abbandonato da quasi 90 anni.
Nel disegno originale del percorso, la buca era un par 3 con un piccolo green, con una marcata pendenza dalla parte posteriore verso l’ingresso dello stesso.
Nel corso del California State Open del 1925, la morfologia della buca, unita ai temutissimi venti di Santa Ana (sono venti estremamente forti che spirano dall’entroterra verso la costa meridionale), mietè numerose vittime tra i giocatori (il vincitore Macdonald Smith, fu l’unico che realizzò un bogey, migliore score di giornata alla 17).
L’anno successivo, all’avvicinarsi del Los Angeles Open (l’attuale Genesis Invitational, NDR), la difficoltà del temuto par 3 fu l’argomento che tenne banco in tutte le discussioni.
E fu così che, in occasione del restyling del percorso da parte di George Thomas, la “Little 17” come era ormai nota, venne modificata, a causa dell’entrata in scena della nuova buca 11, un par 3 che divenne il nuovo biglietto da visita del North Course.
La nuova buca 17, un par 4, non cancellò tuttavia il vecchio green, che venne semplicemente abbandonato.
Arriviamo all’epoca del restauro del percorso da parte di Gil Hanse e del suo staff.
Shackleford, parte attiva nel progetto, ricorda che durante le riunioni del Comitato del LACC fu ipotizzato, scherzosamente, il recupero della “Little 17”.
Alla fine, Hanse venne incaricato di realizzare 20 greens, dove il diciannovesimo era quello, da recuperare, del vecchio par 3, ed il ventesimo sarebbe stato uno nuovo per la buca 2, da realizzare sulla sinistra di quello esistente.
Il ritorno della “Little 17”, lunga circa 120 yards, con partenza realizzata a lato del tee della buca 2, riportava anche in auge l’idea, cara a Thomas, della possibilità di creare dei loops all’interno del percorso.
Infatti, ora é possibile giocare la buca 1, poi la 17 “alternativa” ed infine la 18 per tornare in clubhouse.
Fu anche ipotizzato di reinserirla nel giro regolamentare di gara, ma ciò avrebbe significato escludere la buca 15, l’unico altro par 3 corto.
Alla fine tutto rimase invariato.
Ma martedì scorso, la “Little 17” é tornata alla ribalta, in quanto i professionisti l’hanno giocata nel giro di prova per dare vita ad un evento di raccolta fondi.
Il green, non più perduto, ha ripreso il suo posto nella storia del circolo.