Il mio 2021 è volato.
Non riesco a darmi una spiegazione precisa sul perché sia passato così velocemente.
Probabilmente per via del fatto che arrivavo da un 2020 chiuso in casa e privo di “brio”, mentre quest’anno non sono stato fermo un attimo.
Non ha fatto in tempo ad arrivare che se n’è già andato via.
Da un lato sono contento.
La dura verità è che da un punto di vista puramente di “performance” golfistica, fatta eccezione degli ultimi mesi, è stata una stagione molto deludente.
Fin dalle prime gare ho avuto molta difficoltà ad ingranare.
Non riuscivo ad ottenere risultati ed ogni volta che mettevo a posto un pezzo del mio gioco, immediatamente se ne rompeva un altro.
Saprai bene anche tu quanto questo sport sia mentale, ed una volta che si entra dentro un vortice negativo è veramente difficile invertire la tendenza.
L’esperienza sul Challenge Tour è stata una scuola incredibile e nonostante sia andata male, sono estremamente grato alla Federazione Italiana Golf per avermi concesso questa opportunità.
Ho imparato tantissimo, specialmente perché ho preso tante porte in faccia.
La parte più difficile, al di là di organizzare i tornei per tutta l’Europa seguendo le infinite normative anti-covid di ogni paese, è stata il sistema delle “bolle” durante i tornei.
Per quanto il mio naso possa essersi abituato ai tre tamponi settimanali, la mia testa invece ha fatto fatica a reggere la monotonia e la segregazione durante i tornei.
E’ veramente frustrante volare da città in città e non poter entrare in contatto con le realtà in cui ti trovi.
Mi sentivo come un automa, il cui unico scopo era quello di svegliarsi, andare al golf, tornare in camera, mangiare con room service e ricominciare.
Zero interazioni con il mondo esterno.
L’assenza dal mondo, in special modo per me che faccio fatica a distrarmi dal mio lavoro, mi ha portato a non staccare mai la testa e questo non ha fatto altro che alimentare le mie insicurezze.
Non tutto il male vien per nuocere.
In questo 2021 ho imparato che è fondamentale trovare una routine per non rimanere affogato nei miei pensieri, per esempio fare palestra, leggere un libro oppure ascoltare dei podcast.
Diversamente da quanto mi aspettassi, guardare ore e ore di Netflix non mi fa staccare affatto, anzi, è come se mi mettesse il cervello in stanby quando in realtà ho bisogno che rimanga attivo, ma in modo differente.
Nonostante le interazioni sociali fossero limitate, il gruppo degli Italiani “on the road” si è fortificato ancora di più.
Questa sintonia che si è instaurata tra di noi è stato un regalo preziosissimo ed inaspettato.
Dopo ogni giro, bello o brutto che fosse, non avevo mai il timore di essere giudicato, ma bensì supportato è rispettato.
Mi hanno pure convinto a guardare gli Europei di calcio!
Uno dei ricordi più belli è stato in Repubblica Ceca.
Finalmente potevamo viaggiare in autonomia e ci siamo ritrovati tutti in casa per vedere la partita.
È stata una serata speciale, per non parlare delle urla quando l’Italia segnava!
Il bello di quest’anno appunto è stata la crescita personale piuttosto che quella golfistica.
Ho imparato moltissimo ed ho fatto esperienze indimenticabili, tra cui quella che sto vivendo qui a Dubai ed ho trovato le energie per prendere in mano la mia vita ed iniziare ad assumermi le mie responsabilità.
La certezza è che se il 2022 dovesse iniziare nel modo in cui sta finendo il 2021, forse è la volta buona che mi toglierò tantissime soddisfazioni.
Non vedo l’ora di scoprire quali “carte” mi aspettano.
Buon anno e ti auguro tanti birdies!