Il ritorno del legno 7

Il legno 7 ha sempre goduto di una bassa reputazione. Nasceva come un bastone fondamentalmente pensato per giocatori dallo swing poco potente e destinato a trovare posto nelle sacche di donne e seniores, e in qualche modo è sempre stato sinonimo di “golf mediocre”, superato in questa poco invidiabile nomea solamente dal Chipper, ma negli ultimi anni il sentimento generale sta cambiando e il “Cucciolo” dei legni da fairway sta vivendo una nuova giovinezza.

A metà febbraio di quest’anno Scottie Sheffler si è presentato a Torrey Pines per giocare il Genesis Invitational su un campo lungo 7.700 yards, con fairway stretti e rough punitivi – resi ancora più impegnativi dalle condizioni invernali – e con una serie di Par 3 fra i più difficili del PGA Tour. Bene, per affrontare questo mostro Scottie ha messo in sacca un legno 7, che spesso e volentieri ha giocato dal tee dei Par 3 o per tirare il secondo colpo al green sui Par 5, preferendolo al suo ferro 3. Se uno dei migliori giocatori del mondo trae beneficio da questa scelta, perché non dovremmo farlo anche noi?

Con l’evoluzione tecnologica e la progressiva riduzione dell’angolo della faccia di tutti i bastoni, un legno 7 di oggi ha grossomodo le stesse caratteristiche di un vecchio legno 5 (circa 21° di loft), così come un ferro 4 è molto simile al ferro 2 di vent’anni fa.

La nuova vita del legno 7

Io in sacca ho ancora il ferro 4 che, quando ben colpito (quando?) vola per circa 185 metri; tuttavia è un bastone con il quale gioco, alla fine dei conti, meno di un colpo a giro: se non ho un lie perfetto non azzardo a tirarlo fuori, e anche quando ho la palla sul tee di un lungo Par 3 l’impatto troppo spesso imperfetto si risolve in un colpo che vola più corto e più storto di un ferro 5. L’utilizzo più frequente e meno dannoso che ne faccio è per tirare i mezzi colpi da sotto le piante, ma alla fine dei conti mi porto dietro un pezzo di ferro inutile e gioco con 13 bastoni.

Da un po’ di tempo sto meditando di sostituire il mio ferro 4 con un legno 7 (è un pensiero che fa parte delle riflessioni invernali sulla stagione passata), e adesso che con l’arrivo della primavera sono tornato a calcare i fairway credo proprio che farò questo acquisto. Il legno 7 è molto più versatile: è ideale per il secondo colpo sui Par 4 lunghi, lo posso giocare dal rough o dai bunker del fairway, la palla ha un volo alto e più costante, atterra con un angolo maggiore senza scappare nel rough oltre il green (da dove poi devo approcciare!), e se anche dovesse andare un po’ oltre, è un bastone perfetto per giocare un colpetto a correre senza incorrere nel rischio della flappetta e senza dovermi sottoporre all’umiliazione del Chipper.

Non sono mai stato un amante degli ibridi: è un tipo di bastone che non mi piace, non riesco a vederlo a terra dietro la palla e non mi da nessun tipo di sicurezza nello swing, per cui è un’opzione scartata in partenza. Forse il legno 7 mi coprirà una distanza un po’ superiore rispetto a quella del ferro 4, ma proprio per la sua versatilità, con un po’ di mestiere nelle mani, si può adattare molto bene al mio gioco. E se così non fosse, ho già visto che diverse case hanno in produzione anche il legno 9.


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