Il Trump Turnberry resort colpito duramente dai vandali

Il Trump Turnberry resort colpito duramente dai vandali

Quello del vandalismo che colpisce i campi da golf é un problema che sta diventando ogni giorno più grave.

Non passa settimana senza che ci sia notizia di almeno un atto di vandalismo che ha colpito un percorso, e la cosa peggiore é che il maggior numero di casi si registrano nel Regno Unito in generale, ed in Scozia in particolare.

Io ho sempre preferito non raccontare questi episodi, perché credo che una delle motivazioni che guidano questi novelli seguaci di Genserico (capo dei Vandali che razziarono Roma nel 455 d.C., ispirando il termine così tanto utilizzato ai nostri giorni, NDR) sia la ricerca di un breve momento di celebrità e, di conseguenza, il silenzio é un’arma efficace contro tale pretesa.

Ma stavolta é difficile tacere.

Nella notte tra venerdì e sabato scorsi, un gruppo di attivisti (?) pro-Palestina di Palestine Action ha vandalizzato il Trump Turnberry resort, colpendo sia gli edifici che l’Ailsa Course.

Il gruppo ha poi postato le foto che testimoniano l’operato su vari profili Instagram.

Un portavoce degli attivisti (?) ha dichiarato:

“Palestine Action rifiuta il trattamento riservato da Donald Trump a Gaza, come se fosse una sua proprietà di cui disporre come più gli piace”

“Per mettere le cose in chiaro, gli abbiamo mostrato che le sue stesse proprietà non sono al sicuro da atti di resistenza”.

Ora, non é (ne mai sarà) assolutamente mia intenzione discutere di politica in questa sede.

Desidero invece fare una riflessione che reputo attinente alla nostra passione.

In corrispondenza della prima elezione di Trump alla carica di Presidente degli Stati Uniti, Turnberry é diventato oggetto di ostracismo da parte degli organismi di governo del golf (in particolare,della R&A).

Come sapete bene, io sono sempre stato critico rispetto a questo atteggiamento, tradottosi nell’esclusione dell’Ailsa Course dalla Rota dell’Open Championship, a tutto svantaggio degli appassionati.

Ma non é tanto questo il punto.

Chi ha deciso di eliminare Turnberry dal palcoscenico del golf mondiale lo ha, contemporaneamente, additato come proprietà di uno degli uomini più odiati del mondo, attirandovi così l’attenzione dei suoi oppositori.

Probabilmente, con un pò più di lungimiranza nelle decisioni e nella comunicazione da parte di chi é al timone del golf mondiale, oggi non vedremmo immagini così sconfortanti, che pochissimo hanno a che fare con il nostro amato sport.


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