La “ciliegina sulla torta” fu opera (guarda caso..) di Tiger Woods nel 1997 alla buca 16 del TPC di Scottsdale.
Oggi la 16 del WM Phoenix Open si erge come un’esperienza di golf a parte.
Proprio come la sua ‘gemella diversa’, l’Island Green della 17 al TPC Sawgrass, sede del “The Players”, è un par 3, quasi senza margine di errore, che diventa sostanzialmente più complicato sotto pressione.
A Phoenix la buca è completamente circondata da tribune: 298 skybox a tre piani e gradinate ad accesso pubblico.
Si arriva nel cuore della notte per accaparrarsi un posto privilegiato. Il cuore pulsante del torneo.
Il chaos voluto. Dove aspettarsi di tutto.
Non era ancora così nel ’97, quando il Phoenix Open compiva i dieci anni da quando il torneo era stato trasferito al TPC Scottsdale Stadium Course.
Chi meglio di Tiger per celebrare quell’occasione?
Già per quei tempi, gli spettatori avevano alzato i “toni” molto oltre la media degli altri tornei.
Quando Tiger arrivò sul tee di quel par 3 della 16 nel sabato pomeriggio la folla sembrava posseduta: ci vollero circa tre minuti per calmarla, come ricordano alcuni dei testimoni.
Nel vedere le immagini a distanza di anni ci si chiede se quella sia veramente la stessa buca che conosciamo oggi.
Non c’era praticamente nulla di quello che siamo abituati a vedere.
Lontanissimi dai 294 skybox che la circondano ora creando un’arena simil-Colosseo.
Erano presenti piccole tribune fra il tee ed il green, ma era già conosciuto come “il posto dove fermarsi” allo Stadium Course.
Una piccola collina dietro il tee “abbozzava” l’effetto anfiteatro da dove eventualmente vedere la palla atterrare in buca.
Nelle prime 10 edizioni del torneo erano state fatte solo 4 buche in uno.
Vicino al tee un piccolo argine che permetteva ai più scatenati un facile punto di accesso anche per introdurre qualche cassa di birra e qualche alcolico.
Un breve momento di calma apparente prima che la palla venisse colpita.
E di nuovo l’esplosione della gente.
In linea con l’asta, la palla di Tiger ha battuto due volte sul green prima di scomparire in buca.
Alcun persone che stavano giocando al Grayhawk Golf Club quel giorno, a otto chilometri di distanza sentirono distintamente il boato.
La leggenda dice che il terreno tremò.
Quello swing con un ferro 9 era la ciliegina e aveva creato qualcosa che non si sarebbe mai più arrestato.