Signori e signore del golf italiano, prestate attenzione: è in atto, a partire dagli States, una rivoluzione che sì è silenziosa, ma che al contempo si dice che sarà a lungo termine (e dunque inarrestabile per ora), che ci racconta una realtà fresca e strepitosa che sta prendendo sempre più piede oltreoceano.
Parliamo di una rivoluzione ovviamente golfistica, targata per lo più da migliaia e migliaia di donne, anagraficamente comprese tra i 22 e i 50 anni. Ma non solo: secondo Newsweek e la USGA, a loro, a queste Giovanne d’Arco dello swing, si stanno unendo orde di principianti della Gen Z che stanno letteralmente ribaltando il modo di concepire e di vivere il golf, inconsciamente abbattendo le vecchie barriere che da sempre hanno tenuto lontano dal green i giovani, i profani e i non interessati.
Dunque, che diamine sta accadendo? Sta accadendo che il boom negli States del cosiddetto “Entertainment Golf”, del gioco cioè che si sviluppa all’interno dei Top Golf, dei giri di 6 buche, dei campi promozionali più corti e di quelli più abbordabili economicamente e che oggi è praticato e amato soprattutto da ragazzi e ragazze che non sono profondi conoscitori delle vecchie abitudini secolari dei golfisti più radicati, sta portando una ventata di aria fresca su ogni green. Anche su quelli più seri e seriosi, che iniziano proprio ora a intravedere movimenti di traslazione da queste realtà 3.0 fino all’interno dei loro cancelli, con nuove affiliazioni e membership inaspettate.
Il motore di questa rivoluzione? Le donne (chi lo avrebbe mai immaginato fino a oggi? NdR).
Volete un esempio? Eccolo qua e, mi raccomando, tenetevi ben saldi sulle sedie: le signore che oggi viaggiano per il golf, un bastione fino a ieri tipicamente riservato agli swingatori maschi, sono in aumento addirittura del 43%.
Wow!
Sempre secondo i dati USGA, queste stesse donne rivoluzionarie, quelle comprese come già detto tra i 22 e i 50 anni di età, sono di fatto una fascia demografica golfistica che sta diventando molto più consistente rispetto al passato, grazie a diversi fattori anche e soprattutto sociali.
Innanzi tutto: il golf si sta trasformando per loro in una vera e propria community e in un hobby che si allinea perfettamente con la loro filosofia di vita.
In più, i social stanno ovviamente giocando un ruolo strategico in questo cambio di rotta, tempestando il pubblico di video divertenti, interessanti, spiritosi, che hanno il merito di spolverare la patina di sport per vecchi e panzoni di cui il golf ha sempre sofferto.
E ancora: non scordiamoci l’importanza che le lezioni di gruppo stanno avendo sulla neonata passione femminile per questo sport, oltre al fatto che le case di attrezzatura golfistica hanno fiutato prima di altri il trend nascente e si sono finalmente adeguate, disegnando ottime soluzioni di equipaggiamento per le signore, fino a ieri neppure prese in considerazione.
Morale: negli States, il golf è donna. Ma si sa: come dicono i saggi, non si possono fare le rivoluzioni senza le donne; forse sono fisicamente più deboli, ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.