Ci sono giocatori per cui il golf riesce facile e in maniera naturale, quasi come se fossero nati per giocarlo; e altri, altrettanto bravi, che raggiungono gli obiettivi grazie alla fatica, alla pratica e alla costanza. E qui sovviene – ovviamente – Ben Hogan (“the secret is in the dirt”), ma l’introduzione è per presentare Leonardo Iacovitti, futuro professionista e speranza del golf nostrano.
L’ho conosciuto tramite il papà Franco, che mi fece l’onore di scrivere il capitolo dedicato alla preparazione atletica per Campo pratica; gli ho fatto alcune domande per approfondire questo suo momento particolare, ovvero quel limbo che precede il professionismo. Leonardo ha diciotto anni, è fresco di maturità scientifica. Il resto lo dice lui.
Chi è Leonardo Iacovitti, golfisticamente parlando?
Io amo giocare a golf. Ho iniziato da molto piccolo, verso i quattro o cinque anni, ma è diventata una passione a tredici anni: da allora mi sono dedicato al golf in maniera agonistica a pieno regime. Prima facevo anche altri sport, come la ginnastica artistica, che però ho abbandonato perché mi annoiavo. Sono cresciuto golfisticamente al Nazionale ed è stato molto importante, perché è un campo completo e tecnico e per questo mi ha formato molto bene, anche perché ti costringe a mettere in atto tutti i colpi. Poi sono stato per tre anni all’Olgiata e ora sono al Marco Simone, che è un campo splendido e tenuto molto bene. Lì collabora mio padre, in qualità di preparatore atletico, e poi c’è il mio maestro Gianluca Pietrobono – mi sento quindi come a casa.
Al momento sei dilettante?
Sì, ma ancora per poco: passerò professionista dopo gli A1 – il campionato nazionale maschile a squadre, che si terrà all’Olgiata dall’11 al 15 settembre prossimi.
E dopo farai il corso al Nazionale?
No – io potrei passare pro anche oggi volendo, perché lo scorso anno ho fatto le qualifiche per l’Alps Tour, e avendo passato entrambi gli stage posso decidere quando passare pro: si tratta soltanto di una questione formale.
Hai già fatto gare sull’Alps?
Sì, ma una sola perché quest’anno avendo avuto la maturità ho avuto poco tempo per dedicarmi alle gare con la necessaria preparazione. Le prossime sono in Francia (a Longwy dal 5 al 7 settembre) e poi a Croara dal 10 al 12 ottobre; poi rifarò le qualifiche per mantenere la carta per la prossima stagione sull’Alps Tour.
Tu sei in Nazionale?
Sì, da due anni. Sono entrato dopo il 2022, che per me è stata una stagione meravigliosa: ho vinto due gare (ad aprile l’Argentario spring open e ad ottobre la Coppa del castello al Parco di Roma, entrambe gare nazionali 54/54) e ho anche partecipato all’Italian Challenge Open, una gara del Challenge Tour svoltasi al Nazionale, ed è stata un’esperienza incredibile. Ho giocato tra gli altri con Clément Sordet, che ha giocato anche sul DP World Tour. L’anno scorso sono anche arrivato secondo al Trofeo Silvio Marazza, il campionato nazionale medal under 18.
Ora vorrei sapere del tuo progetto.
La stagione sull’Alps ha dei costi notevoli, e per questo sto cercando una o più aziende che credano nelle mie capacità golfistiche e desiderino sponsorizzarmi. I miei principali obiettivi per la prossima stagione sono fare esperienza e consolidarmi come giocatore pro sull’Alps Tour e continuare a studiare e imparare dai più forti ed esperti giocatori del circuito per migliorare tatticamente e consolidare una tecnica efficace per fare score. Così sarò in grado di crescere e sviluppare competenze professionali con l’ambizione di fare il salto di qualità, vincere ed accedere ai circuiti di livello superiore.
Come giovane sportivo, che ha il coraggio di mettersi in gioco e di lottare, prometto il massimo dell’impegno per offrire visibilità di ritorno alle aziende che decideranno di investire su di me.
La tua idea è quindi di fare parecchie gare?
Sì, il prossimo anno faro tutte le gare dell’Alps, partendo dall’Egitto che è a inizio stagione fino a Croara alla fine, con l’obiettivo di entrare nel Grand Final, cui possono partecipare i primi cinquanta giocatori dell’ordine di merito.
Qualche tua parola finale?
Io sono un lavoratore del golf, questo mi sembra importante. Non ho un feeling naturale per il golf, ma sono un lavoratore che pratica e riesce ad andare avanti una goccia di sudore dopo l’altra.