Ho avuto il grande piacere di giocare con Mario Gazzetta nella seconda giornata dell’Open d’Italia Disabili svoltosi lo scorso aprile. Era la sua prima competizione per disabili.
Lui milanese, io romagnola, ci siamo subito trovati in armonia. Abbiamo anche giocato bene, finendo tutti e due in testa con il medesimo punteggio. Il titolo stableford poi è stato assegnato a me perché avevo giocato meglio le ultime buche, ma Mario lo scorso settembre ha poi conquistato il primo premio stableford della Giovanni Nasi & Diasorin International .
Eh sì, è forte Mario, sia come simpatia che come gioco.
Mario Gazzetta ha la gamba destra amputata.
“Era il mese di luglio 2020, alle 9.30 del mattino ero con lo scooter fermo al semaforo. Scattò il verde, ma vidi alla mia sinistra un’auto che stava arrivando a forte velocità, non rispettando la precedenza. Mi fermai subito. L’auto però si scontrò violentemente con un’altra vettura, nella carambola io venni travolto. L’impatto fu molto forte: fratture alle braccia, al viso e soprattutto la gamba destra schiacciata.
Fui ricoverato per 40 giorni, subii tre interventi, tra cui l’amputazione del piede all’altezza della caviglia. Ma non era ancora finita. Infatti, tornato a casa, non riuscivo ad appoggiarmi al moncone della gamba destra, continuavo ad avere problemi alla tibia. Giravo sulla sedia a rotelle.
Così non potevo continuare.
Mi rivolsi così al Professor Luigi Troisi, un microchirurgo. Lui mi disse che l’unica soluzione era quella di amputare ulteriormente la gamba e usare una protesi, ma ero io che dovevo prendere la decisione. Non mi ci volle molto per decidere, tre ore. Ed è stata la scelta giusta!”
Mario Gazzetta prima dell’incidente era un golfista con un handicap di 13.7. Era convinto di non poter più giocare.
“Dopo l’amputazione e con la protesi riuscii di nuovo a rimettermi in piedi nel giro di tre mesi. Erano tre anni che non toccavo un bastone da golf, così provai a tirare qualche palla. Avevo ancora qualche problema al braccio causato dai chiodi nell’osso, che però sapevo che dovevano essere rimossi a breve. Fu come rinascere”.
Sapevi dell’esistenza del circuito di gare per disabili?
“No, non sapevo nulla. Una volta ‘ripulito’ il braccio dai chiodi ricominciai a giocare più assiduamente. Dopo aver parlato con il Presidente del mio circolo, si decise di richiedere a Federgolf un aumento del mio handicap. Pensavo di ricominciare con le mie solite gare di circolo. Poi ricevetti un invito da Federgolf per l’Open d’Italia Disabili.
Mi si aprii un mondo nuovo, che non mi aspettavo così accogliente. Il gruppo è bello, molto unito, il tour italiano organizzato da AIDGolf è molto divertente e ti dà la possibilità di giocare in diversi campi. Quest’anno ho scelto di giocare solo in Italia, ma dal prossimo anno voglio partecipare anche alle gare all’estero dell’EDGA Tour”.
Mario Gazzetta non si limita solo a giocare a golf. Come spesso succede in questi casi, ha voglia di far conoscere la sua esperienza ad altri che si trovano nelle sue condizioni.
“Come ho detto, il miglioramento della mia condizione è dovuto alla decisione di amputare una ulteriore parte di gamba finalizzato all’utilizzo della protesi. Sto collaborando con il Professor Troisi che, nei meeting medici ai quali partecipa, porta i miei filmati per dimostrare gli effetti positivi degli interventi chirurgici di questo tipo. Spero davvero che possa essere utile a migliorare la vita di molti, così come è successo a me”.