“Se vuoi fare una cosa, puoi provare. Se non riesci a farla, puoi allenarti per migliorare, oppure puoi sederti e piangere”, così dicono Louise e Torben, i genitori di Mette Wegge Lynggaard. Questa è la filosofia di vita che ha portato questa golfista danese a far parte della Squadra Danese anche ai recenti EGA European Team Championship for Golfers with Disability (strokeplay lordo) e ad essere la golfista n. 2 del mondo (dietro all’olandese Daphne van Houten).
La parola ‘squadra’ ha un forte legame con Mette che si considera una giocatrice di squadra, anche se i suoi sport preferiti sono spesso visti dal grande pubblico come sport individuali: il nuoto ed il golf. Mette la vede diversamente e dice “Il nuoto sembra uno sport individuale, ma questo è solo nel momento in cui entri in acqua. In realtà c’è un’intera squadra intorno a te, con allenatori e compagni. Il golf è simile”.
Mette ha iniziato a giocare a golf intorno ai tredici anni, assieme al fratello maggiore e la madre, ma “Non è facile quando due fratelli praticano lo stesso sport”. Così lasciò il golf per dedicarsi al nuoto. Ricominciò quasi 12 anni dopo, quando un fidanzato golfista l’incoraggiò a ricominciare: “Era come andare in bicicletta”, dice descrivendo la sensazione di tornare sui fairways. Per un paio d’anni è stato solo per divertimento, ma poi è arrivata l’opportunità di formare una squadra di golfisti disabili, e così ha iniziato a giocare in maniera più seria.
Quindi cosa c’è di così importante per Mette, che ha gareggiato per le squadre danesi sia nel nuoto che nel golf? “È come una famiglia davvero, come lo è con i tornei EDGA” – dice Mette -“È quella sensazione di stare insieme, facendo la tua parte individuale di un obiettivo collettivo”.
Mette Wegge Lynggaard ha una paralisi cerebrale del lato sinistro fin dalla nascita. Gli effetti sono particolarmente evidenti nella gamba e nel braccio sinistro, più deboli dei destri. Anche il fratello gemello di Mette ha la medesima patologia, in forma più severa. Entrambi, da bambini, sono stati seguiti da un’associazione che li ha aiutati molto ad inserirsi nel mondo sportivo.
Ora Mette ha scelto di restituire alla medesima associazione il bene che ha ricevuto: dedica diverse ore alla settimana su base volontaria per aiutare altri disabili ad avere le esperienze sportive che le sono state offerte da ragazzina. Due volte alla settimana fa l’istruttrice di nuoto ai principianti, oltre che supportare gli allenatori dei nuotatori più competitivi.
Mette è convinta che, nel golf per disabili, la tecnica di gioco debba adeguarsi al giocatore. “Dobbiamo dire a tutti che possono giocare indipendentemente dalla loro disabilità. Siamo qui ai Campionati Europei con ottanta giocatori e ottanta diversi tipi di golf”. Ogni giorno è ispirata nel vedere altri giocatori con disabilità che lavorano sul loro gioco e, soprattutto, sorridono. Sorridere è qualcosa che Mette fa facilmente, è raro vederla guardare in basso o seria, anche se ci devono essere momenti duri. La sua massima è “Giocare è già una vittoria”.
Quando le viene chiesto quale consiglio darebbe a qualcuno che ha una disabilità simile alla sua risponde: “Fai tutto ciò che vuoi nella vita, potrebbe volerci un po ‘più di tempo, ma provaci”.