Migliozzi, un nuovo azzurro in Ryder? Perché no?

Per quanto non ci possa piacere, la realtà è che l’umanità, nel 95% dei casi, è composta da piccoli Linus timorosi di fare un passo al di fuori della propria confort zone. Fortunatamente, al netto di questi portatori di copertina, esiste una minuscola nicchia umana che comprende il restante 5%: è la nicchia di quelli che non hanno paura. Di quelli che, costi quel che costi, non vedono l’ora di andarsi a conquistare il mondo. Di quelli che, dategli un’arena in cui combattere, tireranno fuori il gladiatore che c’è in loro.

Guido Migliozzi

Ecco, chi lo conosce lo sa: Guido Migliozzi appartiene per diritto di DNA a questo sparuto secondo gruppo di umanità. E, qui lo dico ma non lo nego, potrebbe essere propria questa sua capacità di esaltarsi nei contesti e sui ring più complicati, a portarlo dritto dritto a fine settembre a Whistling Straits, a giocarsi la Ryder Cup col team europeo.

Numero 72 nell’ultimo World Ranking (la sua miglior classifica mondiale di sempre NdR) e numero 8 nella Race to Dubai (ma quarto miglior europeo dietro solo a Rahm, Casey e Hatton), in questo momento Guidino da Vicenza è, secondo il sito dello European Tour, “on the bubble” insieme a Wiesberger, Lowry e Rose per prenotarsi un posto in squadra.

Ma c’è un particolare che il sito non racconta: secondo voci fondate, Migliozzi avrebbe già ricevuto una telefonata dal capitano: “Ti stiamo tenendo d’occhio”, gli avrebbe suggerito Harrington. E tutto questo ciarlare al telefono sarebbe avvenuto ancora prima del 4° posto ottenuto da Guido allo U.S. Open, nel suo primo major in carriera: figuriamoci ora come saranno spalancati gli occhi del capitano sullo swing atletico di Migliaus!

Guido Migliozzi

Harrington sa che, a parte lo spirito impavido del gladiatore, le altre miglior doti di Migliozzi sono la sua capacità di calarsi nel gioco e di focalizzarsi al 100% sulle cose che avvengono in campo e la sua bravura a fare squadra: si tratta di caratteristiche fondamentali per performare al meglio nella bolgia di una Ryder Cup.  E ancora: mentre la maggior parte  di noi ambisce ad avere la sensazione di poter stazionare, Guido scalpita per scalare: è la sua natura più profonda, ed è perfetta per un match come quello di Whistling Straits. Certo, per ora sono fuori dal team tipini tosti come Garcia, Poulter, Rose, Wiesberger, Lowry, e però… e però…  la storia insegna che spesso le alternative sono più interessanti delle opzioni principali.

Intanto, da Torrey Pines, il vicentino sta volando direttamente al Travelers Championship, in Connecticut, un mega torneo del Pga Tour a cui può prendere parte grazie alla top ten conquistata allo U.S. Open, e poi se la vedrà alle Rolex Series dell’Irish e dello Scottish Open: si tratta di occasioni gigantesche per fare il pieno di punti World Ranking e per salire ancora in classifica Ryder.

Certo: manca ancora molto tempo e soprattutto mancano molti tornei alla settimana di Whistling Straits: oltre ai tre appuntamenti citati non sono da dimenticare le date dell’Open Championship, delle Olimpiadi, dell’Italian Open e di Wentworth. Poi i giochi saranno fatti.

Ma, in definitiva, cosa significa tanto tempo? Il tempo, in fondo, non è altro che una percezione soggettiva. Ecco, a Guido le prossime, decisive settimane sembreranno avere le ali. Come quelle che lui adesso si sta sentendo sotto ai piedi: lo faranno volare in Ryder? Io dico solo questo: regalate a Migliozzi un pubblico ingarellato e un ring su cui salire e non vedrà l’ora di tirare fuori il Mike Tyson che c’è in lui.

 

 


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