Nick O’Hern, quelle volte in cui ho battuto Tiger

C’è un fatto saliente nella carriera di Nick O’Hern: è l’unico golfista ad aver sconfitto per due volte Tiger Woods al World Match Play Championship (2005 e 2007). La sua regolarità gli ha permesso di salire nel 2007 fino alla posizione numero 16 delle classifiche mondiali. Oltre a ciò, Nick è un raro gentleman e un vero signore.

Io ho avuto l’onore di tradurre il suo primo libro, L’approccio vincente, che permette di osservare molto da vicino come funziona la mente di un golfista di altissimo livello. Nick ci spiega come, anche se non sei il golfista tecnicamente più dotato, potrai comunque raggiungere dei risultati magnifici a patto che la tua mente sia robusta, solida e determinata.

Ho approfittato di questa conoscenza per porgli alcune domande.

Qual è stato il miglior momento nella tua carriera golfistica professionistica?

Vincere l’Australian PGA Championship del 2006. Non vincevo da sette anni e il percorso verso la vittoria è stato mastodontico. Inoltre, il modo in cui ho vinto è stato un vero e proprio ottovolante emotivo: ho sbagliato un putt di meno di un metro alla 72ª buca per vincere, poi ho imbucato dal bunker alla quarta buca di spareggio per la vittoria. Il golf è un gioco pazzesco!

Nick O’Hern prende confidenza con il trofeo dell’Australian PGA

Quando giocavi sul tour europeo e poi sul PGA Tour, è stato difficile mantenere l’equilibrio tra la tua vita personale e la tua carriera professionale?

Questa è sempre stata una sfida continua. Il golf è uno sport che mentalmente ti consuma, e troppe volte ho portato il lavoro nella vita privata; ma col passare del tempo sono sicuramente diventato più bravo a tenere separati i due aspetti. Mia moglie ha fatto in modo che fosse così! [ride]

Gary Player ha scritto di te: “Non ha il massimo del talento fisico, ma tira fuori tutta l’abilità golfistica che possiede per realizzare il punteggio più basso possibile”. Vorrei che spiegassi come sei riuscito ad arrivare così in alto nel golf – e a restarci per così tanti anni – anche senza doti golfistiche assolute. Insomma: quanto pesa il talento e quanto la determinazione nel diventare i golfisti migliori che possiamo diventare?

Ogni golfista di alto livello ha talento, e alcuni ne hanno sicuramente più di altri. Come ha detto Gary, non ero il giocatore più dotato, ma ho compensato questa (e altre) mancanze con la forza mentale e con la mia etica del lavoro. Credo che la determinazione e la grinta (ovvero la passione e la perseveranza per gli obiettivi a lungo termine) siano più importanti del talento. Ho anche compreso molto bene le sfaccettature del mio gioco e non mi sono mai allontanato troppo da ciò che mi ha portato al successo. Quando i golfisti sperimentano troppo (rispetto a ciò che li rende bravi) possono imboccare strade che causano più danni che benefici.

È una domanda che ti avranno posto almeno un milione di volte, ma quali sensazioni hai provato nel battere Tiger per la seconda volta al World Match Play Championship?

La seconda vittoria è stata molto più soddisfacente della prima, perché nessuno lo aveva mai battuto due volte. Inoltre, Tiger aveva vinto i precedenti sette tornei di fila e stava cercando di battere il record di Byron Nelson di undici vittorie consecutive sul PGA Tour. Quel giorno tutti sul campo volevano che Tiger vincesse… tranne mia moglie, le mie figlie e il mio caddie! Il fatto di cui sono più orgoglioso è che non è mai stato in vantaggio in nessuna delle due partite: ho preso il comando all’inizio di entrambe e sono riuscito poi a rimanere in testa. Nel secondo match ha fatto birdie all’ultima buca per andare allo spareggio, ma poi l’ho battuto alla ventesima.

Nick O’Hern si allinea per il putt che gli permetterà di battere Tiger per la seconda volta, al World Match Play del 2007

È stato difficile lasciare il PGA Tour e il golf di livello mondiale? Quando hai capito che era giunto il momento di smettere?

Mi sono ritrovato in camere d’albergo a pensare: “Non voglio essere qui. Preferirei essere a casa con mia moglie e guardare le nostre figlie crescere”. Quando hai questi pensieri sai che è arrivato il momento. Mi manca la competizione, non c’è niente di paragonabile all’essere in lotta per la vittoria con nove buche da giocare, ma il peso da pagare – la pratica, i viaggi, il tempo lontano dalla famiglia eccetera – a volte è semplicemente troppo alto.

Nick O’Hern festeggia la vittoria del PGA con la moglie Alana e le bambine

Quanto è stato importante il tuo caddie, James “Wilbur” Williams, nella tua carriera?

È stato una parte fondamentale del mio/nostro successo. Sapeva quando dire qualcosa al momento giusto, e sapeva anche quando non dire nulla: un’abilità molto sottovalutata. Probabilmente in alcuni momenti della mia carriera ho passato più tempo con Wilbur che con la mia famiglia. Per me è come un fratello e siamo ancora in contatto oggi, anche se lui è nel Regno Unito e io in Australia.

Nick O’Hern col suo braccio sinistro, James “Wilbur” Williams

Hai giocato l’Italian Open nel 2002 all’Olgiata, ottenendo una top ten. Quali ricordi conservi dell’Italia?

Quell’anno ho amato l’evento perché ho fatto qualcosa che di solito non faccio mai mentre gioco: il turista. Io e mia moglie abbiamo girato Roma visitando tutti i siti storici della città ed è stato tutto così affascinante e stimolante. Quell’anno ho anche giocato un incredibile giro finale. Mi serviva un piazzamento tra i primi cinque per qualificarmi al Volvo Masters di Valderrama, in Spagna, che chiudeva la stagione, e nel giro finale ero intorno alla quarantesima posizione: avevo quindi bisogno di qualcosa di molto speciale. Ho giocato le ultime 12 buche in 9 sotto il par e ho chiuso in 63. Purtroppo ho mancato la qualificazione per Valderrama per due colpi, ma quello resta uno dei migliori giri di golf che io abbia mai giocato.

Vorrei che mi parlassi del tuo podcast Talk Birdie To Me.

Talk Birdie To Me è diventato il podcast di golf numero 1 in Australia; ogni settimana io e il mio co-conduttore Mark Allen (un ex professionista del tour) parliamo di ciò che accade nel mondo del golf in tutti i tour più importanti, di ciò che fa tendenza o è dibattuto nel gioco. Facciamo anche una top 5 settimanale (che può riguardare qualsiasi cosa) e cerchiamo di dare modo a chi ci segue di imparare qualcosa di diverso, oltre a un paio di altri segmenti divertenti. Ci divertiamo molto a registrarlo, e il nostro obiettivo è di trasformarlo in uno show televisivo settimanale l’anno prossimo.

Qual è il tuo prossimo progetto golfistico?

Ce ne sono un paio. Le gare Challenger del PGA TOUR dell’Australasia iniziano a ottobre, e mi occuperò del commento televisivo di questi tornei. Inoltre sto lavorando a una serie di video basati sul mio libro, How To Play Your Best Golf. Voglio cercare di tradurli anche in altre lingue (magari con i sottotitoli), quindi sicuramente penserò a una versione italiana!

Well played Nick!


Related Posts
Total
0
Share