Se fosse un personaggio televisivo e non una tra le migliori golfiste al mondo, Benedetta Moresco potrebbe facilmente essere un’eroina delle serie televisive scritte da Shonda Rhimes.
Ora, per chi non la conoscesse, Shonda è autrice e produttrice di alcune robette tv come come Grey’s Anatomy, Bridgerton, Inventing Anna, o Scandal: avete presente?
Bene, si tratta per lo più di storie digitali in cui Rhimes detta le sue regole quasi sempre rovesciando la realtà e comunque sempre in contraddizione con le leggi dettate dal mainstream: siccome Shonda è convinta che la società sia costruita assai male, e cioè in modo che le donne si interroghino sul proprio valore sin dalla nascita, lei desidera ribaltare la situazione. Così in tv le sue eroine, prima di porsi domande, fanno. Fanno in amore, al lavoro, in guerra, in tribunale, alla Casa Bianca. Fanno ovunque e sempre, e sempre fanno con estrema padronanza e disinvoltura.
In definitiva, Shonda Rhimes scrive di donne protagoniste in ogni campo, trasmettendo alle giovani che le guardano in tv un senso di familiarità con quel potere che ancora ci manca.
Tornando a Benedetta Moresco, la strepitosa dilettante azzurra che ha disputato un fantastico U.S. Open, andandosi a conquistare la medaglia come miglior amateur del torneo (nessuna italiana ci era mai riuscita prima NdR), beh, ecco… a me la sua storia di quei giorni e di quelli precedenti, dei giorni cioè in cui è andata con grinta a cercarsi la qualifica per poter prendere parte al torneo, ricorda un inno alla libertà, all’intraprendenza e al coraggio femminile.
Fregandosene del fatto che nessuna italiana ci fosse mai riuscita, e forse fregandosene anche del fatto che probabilmente nessuna azzurra avesse mai osato tanto in precedenza, Benedetta ha fatto. Esattamente come le eroine di Shonda: prima si è fatta un sogno, poi un piano e infine quel piano lo ha realizzato come una vera self made woman. E facendo tutto questo, per me, è diventata un compendio esemplare di modernità.
Bravissima!