Perché la storia si scrive a East Lake

Poche parole come quelle di Ezra Pound, “Io so come le anime dei grandi dimorano in noi e in esse non siamo che il riflesso di queste anime”, paiono racchiudere l’essenza di questa settimana di Tour Championship ad Atlanta.

Giunti alla conclusione dei playoff della stagione del Pga Tour, da giovedì sbarchiamo a East Lake, laddove molto, moltissimo del golf moderno è sbocciato negli anni che furono e molto, moltissimo del golf attuale si è scritto e ancora si scriverà.

Proprio a East Lake a inizio del 1900 inizia infatti una linea di continuità che da Bobby Jones, passando per Jack Nicklaus, arriva sino a noi, sino a Rory & Co, in un flusso di tradizione che mai si è interrotto e che ha sempre reso grande il Pga Tour: parliamo di quella “legacy” che sin dallo scorso anno proprio McIlroy e anche Tiger hanno difeso strenuamente dal potere destabilizzante dei soldi sauditi.

Torniamo dunque alle “anime dei grandi” di Ezra Pound e voliamo indietro nel 1913, l’anno in cui Ray e Vardon perdono quell’incredibile U.S.Open per mano di Francis Ouimet e dunque, per raggranellare qualche dollaro, viaggiano verso Atlanta, proprio sui green dell’East Lake appena ridisegnato da Donald Ross, per un’esibizione ben retribuita: tra il pubblico che segue il match c’è un undicenne estasiato, tal Bobby Jones, che qualche anno più tardi, nel 1930, conquisterà il Grande Slam vincendo i 4 major del tempo (U.S. Open, U.S. Amateur, Brtish Open e British Amateur). Ma prima di quell’anno, nel 1923, dieci anni dopo la visita di Ray e Vardon, è Bobby Jones a ispirare qualcun altro: trionfa in Ohio nello U.S. Amateur di Inverness, davanti agli occhi di Charley Nicklaus, il papà di quello che diventerà l’Orso d’Oro. Sarà proprio Charley a infondere nel figlio Jack l’amore profondo che tutti gli riconosciamo nei confronti del gioco del golf.

A sua volta sarà Jack a motivare il piccolo Tiger a riscrivere la storia del golf moderno e sarà Tiger, attraverso i suoi record, a ispirare un giovane e riccioluto Rory di Holywood: sarà quest’ultimo a chiudere questo magico cerchio storico trionfando per ben tre volte, più di chiunque altro, proprio sui green dell’East Lake. Laddove tutto è iniziato.

Ora, di fronte a queste storie – e ce ne sono milioni- le chiacchiere stanno a zero, perché è in questo sottile filo rosso che lega tra loro campioni e luoghi sacri del golf che sta la grandezza del Pga Tour. Qui non c’entrano i milioni, che pure sono in ballo questa settimana: qui c’entra la tradizione, che per definizione, non ha prezzo ed è per questo motivo che va difesa a oltranza.


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