Irish Open: perchè quando arriva si è sempre felici ?

Perchè l’Irish Open è come quando “arriva” il Luna Park. 

Vi è chiara l’analogia? Si incontrano persone, si è spensierati, ci si diverte, ci si emoziona, ci si vuole bene, anche per poco, ma è così.

L’Irlanda è così.

Figuriamoci poi, quando, come il sottoscritto si ha la fortuna, di provarne i campi, scoprirne le differenze, parlare con le persone che li hanno pensati, progettati, costruiti e che li mantengono anno dopo anno facendoli crescere come dei figli.

Qui il riferimento non è per nulla casuale. Sto parlando di Pat Ruddy.

The European Club è infatti stato concepito, progettato ed è di proprietà di Ruddy, la cui intera vita ha ruotato attorno al golf. 

Ruddy ha sempre sognato di avere il suo campo, qualcosa che incredibilmente solo pochi architetti di campi da golf sono riusciti a realizzare.

Pete Dye ha progettato e vissuto a Crooked Stick,  un percorso privato dove fu giocata l’edizione 1991 del PGA Championship, ma non è aperto al pubblico e lui non lo possedeva.

Jack Nicklaus ha fondato il “suo” Muirfield Village, ma è un campo privato colmo di proprietari di case.

Lo European Club non è solo pubblico e senza speculazione edilizia, ma è fortemente orientato all’accoglienza dei visitatori.

Mi raccontava Pat, che ha un’appartamento sopra il pro-shop:  “il Comitato d’accoglienza sono sempre io!” mi ha detto.

Lo ha chiamato infatti, riferendosi a se stesso “il comitato dell’uno”.

Ha costruito la struttura seguendo la sua visione, una visione sincera che ha sempre voluto condividere. Ed è veramente così.

E anche se questa settimana si è giocato l’Irish Open al Mount Juliet, un percorso disegnato da Jack Nicklaus, incorniciato dalla tenuta straordinaria che ne ospita il resort, continuo personalmente a preferire i percorsi links ai parkland.

All’incirca sono solo 180 i links nel mondo rispetto ai circa 33000 percorsi esistenti.

Potremmo definire il golf sui links come l’origine della specie. Un golf essenziale, grezzo, giocato sulle sabbie depositate da anni di tempeste lungo la costa, che collegano (links) le  spiagge ai ricchi terreni dell’entroterra. È dalle “linksland” che il golf ha ottenuto i suoi links!

I grandi club Irlandesi proprietari dei links più classici e riconosciuti hanno tutti iniziato la loro storia nel 1800- Royal Dublin (1885),Royal Portrush (1888), Royal County Down (1889), Contea di Louth (1892), Lahinch (1892), Ballybunion (1893),Contea di Sligo (1894), Portmarnock (1894) e Waterville (1899).

Tutti percorsi che negli oltre cento anni di vita hanno saputo resistere non solo alle intemperie, ma al cambio dei materiali, passando dal legno, all’acciaio e al composito di carbonio, adattandosi perfettamente alle differenti epoche.

Tutto così vero, non mistificato, e con la certezza che ogni round sarà diverso dall’altro. 

Lo è stato anche allo European Club, uno degli ultimi links, vicino alla perfezione di una giornata di golf.

Se l’Irish Open dovesse un giorno passare da lì, sarò presente. 


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