Praticare meno per giocare meglio a golf

Tee della 1, seguo la mia routine, un paio di swing a vuoto, prendo lo stance sulla palla e… gancio secco in mezzo al bosco. Alzo gli occhi al cielo: “Ma perché? Eppure, fino a dieci minuti fa in campo pratica la tiravo così bene.” Quante volte abbiamo sentito dire queste parole, oppure noi stessi ci siamo trovati in questa situazione?

Nei tanti anni passati sui campi da golf e in driving range mi sono convinto che la maggior parte di noi pratica nel modo sbagliato. Troppo spesso mi capita di vedere i golfisti con secchiate da cento palle tirare un colpo dietro l’altro, in modo quasi frenetico; pensandoci bene cento colpi, senza tenere conto dei putt, sono quasi tre giri di campo, ci vorrebbero quasi 8 ore per tirarli lungo il percorso: come possiamo pensare di tirarli in 45 minuti di campo pratica?

Chiunque abbia detto “la pratica è la via per la perfezione” ovviamente non ha mai giocato a golf (Duncan E. Djorzavich)

Mi sono fatto l’idea che praticare in questo modo ti manda completamente fuori ritmo: quando scendi in campo, dopo una sessione di “riscaldamento intensivo”, e tiri un colpo ogni 4 o 5 minuti, hai ancora nella testa e nelle mani quella cadenza sincopata e non riesci a trovare il giusto ritmo di gioco; in campo pratica tiri venti ferri 8 di fila, in campo non tiri mai due volte lo stesso colpo; e soprattutto se devi partire per un giro, che sia una “partitella” o una gara di calendario, come puoi pensare che la tua schiena abbia ancora la forza di muoversi come dovrebbe, dopo che hai tirato anche solo 50 palle?

(photo: Raffaele Canepa)

Da un po’ di tempo ho preso la sana abitudine di tirare non più di dieci colpi prima di scendere in campo, in genere 3 o 4 con il sand iron per iniziare a muovermi, 3 o 4 con il ferro 8 per trovare il ritmo, e un paio con il ferro 5 per cercare di mantenere lo stesso ritmo anche sui colpi lunghi; a volte chiudo la sessione con un altro paio di colpi con il wedge, e in ogni caso non tiro mai fuori il driver dalla sacca. Questo non ha portato un miglioramento sensibile al mio score, ma quantomeno arrivo in fondo alle 18 buche senza il mal di schiena.

Diverso è il discorso per le sessioni di pratica in cui voglio fare un esercizio specifico, per trovare una sensazione particolare o per sistemare qualcosa nel mio swing. La ripetitività in questo caso è importante, e mi trovo a tirare 10, 15 colpi di fila con lo stesso bastone, ma anche in questo caso cerco di mantenere un ritmo blando, togliendomi ogni volta dalla palla, appoggiando il ferro alla sacca e prendendo un po’ di tempo fra un colpo e quello successivo per pensare alle sensazioni che sto ricercando. Esattamente come in campo, seguo una routine.

Altre volte invece vado a praticare solo per tirare un po’ di palle, e in questo caso gioco come se fossi in campo: immagino il percorso e lo seguo buca per buca, tirando ogni volta un colpo diverso, mettendo il bastone in sacca e togliendomi il guanto; mi trovo a praticare con più calma e mi aiuta a prendere subito il ritmo giusto quando scendo in campo. Dopo aver tirato 20, 25 colpi mi fermo, vado al bar a farmi una birra (è come se fossi arrivato alla bouvette fra la 9 e la 10), e magari dopo una mezz’ora torno in campo pratica per le “seconde nove”. Forse non è questo il modo migliore per affinare la tecnica, ma non sono un giocatore da tour ed è velleitario e poco utile cercare di tirare cento colpi tutti uguali e tutti alla stessa distanza. Se veramente volessi migliorare il mio gioco, dovrei passare molto più tempo ad approcciare in pitching green, ma questa è un’altra storia.


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