Ricordo quel colpo come se fosse adesso. La storia di Marcus Armitage

Ricordo il mio primo colpo come se fosse adesso . La storia di Marcus Armitage

Per circa quarant’anni mio padre si è occupato di vendere tappezzerie e tappeti.

I primi bastoni con i quali ho giocato arrivavano da una sacca da golf riscattata per un mancato pagamento da parte di un suo cliente.

Sono andato in garage dove l’aveva lasciata dopo diverso tempo e non so perché, mi è venuta voglia di tirare qualche palla.

Ricordo solo il mio primo colpo, come se fosse adesso, un ferro sette giocato dal rough dritto come un ago, perfetto.

Potrei dirti tutto di quel colpo, quasi come se fosse stato lui a colpirmi. 

Mamma continuava a dire a mio padre di portarmi al golf

Mio padre però era rimasto ancora all’idea di dovermi fare socio e pagare un sacco di soldi piuttosto che pagare il green fee e giocare. Poi un giorno mi portò all’Oldham Golf Club dove si stava svolgendo un torneo per Juniors la cui iscrizione costava 5 sterline.

Mio padre chiese di poter pagare per entrare, spiegando che non eravamo mai stati prima su un campo da golf, ricevendo come risposta che sarebbe stato possibile giocare solo iscrivendosi alla gara. 

Alla domanda quale fosse il mio handicap ci chiedemmo: “cos’è?”

Mi chiese allora di tirare qualche colpo di fronte a lui. Non poteva crederci.

Mi diede 18 colpi di vantaggio quel giorno e terminai la gara primo pari merito, ma diedero il premio a quell’altro perché io non ero classificato ufficialmente. 

Armitage a 17 anni

Poco dopo il capitano del circolo mi chiese di far parte del club offrendo la quota associativa per il primo anno.

Nel 2001 mia madre muore di cancro.

In quel periodo non riuscivo più ad andare a scuola. Rimanevo giornate seduto a pensare a mia madre. L’unico posto dove mi distraevo era il campo pratica dove ero totalmente concentrato a tirare palle.

 Il golf è stato la mia salvezza.

 Sono arrivato a giocare scratch o +1 senza fare lezioni, una carriera da amateur mediocre alla quale ho cercato di dare una svolta passando professionista.

Nel 2009 riuscii a vincere l’ordine di merito di un mini tour con il doppio dei soldi del secondo classificato.

Un infortunio nel 2010 mi ha fatto fermare fino al 2013, anno dove ho perso la patente.

Dopo la morte di mia madre, mio padre mi accompagnava ogni mattina al golf alle 8 e mi veniva a prendere alle 6 di sera. Praticavo tutto il giorno. 

Quando persi la patente mio padre cominciò nuovamente a portarmi in giro.

Lo fece per un anno e mezzo, durante il quale si era fermato con il lavoro. Mi sentivo fortunato a poter stare di nuovo con lui.

Poi dal 2015 tutto ha iniziato veramente a cambiare.

Ho iniziato a farmi seguire da un maestro, ho vinto due volte sull’EuroPro, la carta sul Challenge, la vittoria in Cina e poi il salto sullo EuropeanTour.

Quest’anno l’obiettivo è quello di vincere un piccolo torneo sullo Europeantour in modo da avere la possibilità di giocare dove voglio il prossimo anno.

Entrare nei primi 50 nel resto Dubai e nel DP World Tour Championship alla fine della stagione.

Sarebbe bello vincere una gara, sarebbe un anno da sogno.

Questo diceva Marcus nel 2020. 

La vittoria è arrivata, la scorsa settimana.


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