Romantico, il golf è tale. E questo pezzo spero lo possiate percepire fino alle ossa (come in un vibrante “top” tra le mani), sentendo il romanticismo che è naturalmente insito dentro ognuno di noi, come nel golf.
Ma partiamo dal termine, tale che è, il romanticismo.
Romantico: categoria psicologica facilmente associabile al golfista.
La parola “romantico” deve la sua eccezionalissima e intramontabile fortuna alla sua iridescente polivalenza che tenta da secoli di definire l’indefinibile, quel “non so che” che incantava già tutti i preromantici tra artisti, menestrelli ed aedi, filosofi (e golfisti) nei secoli.
Ma perché? Perché il termine suggestivamente è da sempre avvolto nel proprio inviolabile mistero, come nel golf. Non è ancora tuttora del tutto chiara per la scienza la definizione emotiva, né della definizione né dello spirito di questo sport.
“Non ti posso mandare la mia interpretazione della parola “romantico” scrive Friedrich Schlegel scherzosamente al fratello nel 1798, “essa è lunga 125 fogli”.
(Personalmente, vorrei rispondere a Schlegel, raddoppiando il suo sforzo, per cercare di descrivergli la mia personale interpretazione di golf, di anche sole 9 buche…)
Et odio et amo, questo è il golf
E ognuno potrà interpretare ogni battaglia come vinta o persa: ogni cultura ha la sua idea di romanticismo, in ogni tempo, ogni golfista ha la sua emozione.
Emozione romantica che, per quanto intensa, penso dovrebbe essere intesa come fatto psicologico puro: di sentimento di affermazione al di sopra della ragione o di sentimento di particolare immediatezza, intensità o violenza.
Questo è il golf: non è facile comprenderlo.
O forse non è proprio così? E se non fosse neppure così sentimentale il golf, né malinconico-contemplativo?!
Piuttosto potrebbe essere uno sport semplicemente fatto di sensibilità, un fatto puro e genuino, appunto, guidato dalla capacità di tradursi spesso e volentieri in uno stato di eccessiva, o addirittura permanente, impressionabilità, irritabilità e reattività (che spesso non vogliamo ascoltare né comprendere).
Come capirete, un qualsiasi sport, seppur come logica intuitivamente semplice, abbraccia sempre (intrinsecamente) la complessità e le difficoltà.
Vi ricorda qualcosa tutto questo? Tipo la vita, come in un urlo di Berrettini.
Per concludere, vi domanderete il perché di questo tedio pseudo-psicologico che sembra senza ragione: che c’entra tutto questo con GreenHorizon/Golf/Tecnologia/leggerezza/futuro/storie/etc…?
Che posso dirvi: anche se potrà sembrare una “flappa”, tale il futuro sarà
Romantico, e non solo nel golf.