La tecnologia applicata al golf è ormai un dato di fatto, che vediamo in mille declinazioni (in TV, al circolo, nei nostri bastoni e così via). I launch monitor e i simulatori di golf rappresentano una parte significativa del golf, anche per le prospettive di sviluppo che aprono verso persone che possono avvicinarsi al golf attraverso canali differenti rispetto a quelli canonici. Trackman è, in questo senso, una delle punte di diamante. Per capire meglio l’impatto reale che la tecnologia può offrire al nostro meraviglioso sport ho fatto una chiacchierata con Andrea Avigliano, responsabile commerciale per l’Italia e il Canton Ticino di Trackman.
Trackman, azienda danese nata nel 2003, conta oggi quasi 700 dipendenti e quattro sedi sparse per il mondo. È nata per misurare i dati relativi al volo della palla: i primi clienti sono stati i costruttori di bastoni, poi i professionisti (sia giocatori che teaching pro). Ma da lì la strada è stata tanta, e ora l’idea è di rendere la tecnologia sia divertente sia accessibile ad un vasto pubblico. Il che è un grande augurio che facciamo al golf quantomeno nostrano: che sposi in pieno la tecnologia e si apra a segmenti nuovi, per diventare uno sport per tanti (“for a better game” è, non a caso, il claim dell’azienda).
Andrea, l’accesso a dati accurati è cruciale per affinare il proprio gioco. Quali sono i principali parametri che Trackman monitora? E come i giocatori dilettanti possono servirsene per migliorare le proprie prestazioni?
Noi misuriamo quello che succede alla palla, quello che succede al bastone e l’interazione tra i due, attraverso una quarantina di dati in totale. Un primo dato significativo è la distanza compiuta con ciascun bastone; sarà importante poi l’avere uno storico di informazioni richiamabili all’occorrenza (per esempio quando non sto giocando bene, per capire su che cosa lavorare). Le sensazioni sono rilevanti, e rimangono preponderanti; ma altrettanto lo sono i dati, perché aiutano il nostro gioco.
Il mondo del golf non è diverso da tanti altri settori, per il fatto che si sta aprendo sempre di più alla tecnologia. Ma c’è ancora una parte di pubblico – a volte anche tra gli addetti ai lavori – che fatica a comprenderne appieno il valore. Come comunica Trackman l’importanza e i vantaggi della tecnologia a chi è meno esperto oppure dubbioso oppure si affaccia per la prima volta al mondo del golf?
Dobbiamo distinguere i segmenti. Lasciamo da parte i giocatori, per i quali la tecnologia è ormai fondamentale e imprescindibile; ma il riscontro che abbiamo dai maestri è molto buono: una buona percentuale di maestri utilizza la tecnologia, perché ha rivoluzionato e arricchito l’insegnamento. Abbiamo delle ottime risposte dai circoli (ad esempio campi pratica, oppure indoor), anche perché il potenziale è ampio. I neofiti, infine, sono coloro che in assoluto hanno meno problemi rispetto alla tecnologia, perché essa abbatte le barriere all’entrata del golf (sport lento da imparare, lungo da praticare e molto legato alle condizioni climatiche): e quindi anziché passare mesi a tirare colpi in campo pratica, vedendo magari un progresso ma relativo, si può fare la stessa cosa con un simulatore, dove oltre al colpo stesso c’è una virtualizzazione e quindi succede anche qualcos’altro, il che aumenta la soddisfazione del praticante e di conseguenza favorisce lo sviluppo del golf. La tecnologia permette quindi di creare nuovi golfisti, perché sia tramite i campi pratica sia tramite i centri indoor si allarga il bacino di nuovi utenti. [Nota mia: è lo stesso fenomeno che accade alle Rosine, di cui abbiamo parlato poco tempo fa.]
Anche in televisione il golf sta cambiando. Trovo molto interessante la possibilità di seguire il volo della palla durante le gare del PGA, offerta appunto da Trackman. Puoi dirmi qualcosa al riguardo?
Penso che sia stato un fenomeno rivoluzionario, perché il tracer ha cambiato in maniera completa la percezione dell’evento, rendendolo più interessante anche attraverso i dati che vengono forniti. (Qui un video che spiega in maniera molto esauriente e chiara la tecnologia applicata al golf in televisione e sul sito del PGA Tour.)
I prodotti Trackman sono al top di gamma nella categoria dei launch monitor, ma proprio per questo al di fuori della portata del golfista singolo. È nei piani dell’azienda avvicinarsi a questo tipo di mercato, o comunque l’idea portante rimane quella di presidiare la fascia alta del mercato?
Noi siamo determinati a proporre prodotti di livello molto alto, sia per la qualità dei dati che per l’ecosistema che li compone: quindi commercialmente parlando non è pensabile abbracciare l’intero pubblico, perché ci sono investimenti notevolissimi e risorse impiegate che non rendono la cosa fattibile. Abbiamo però allargato il mercato offrendo il nostro Trackman iO per l’indoor: nel pacchetto base fornisce solo i dati della palla e non del bastone, quindi è utile sia per la pratica che per entertainment ad un prezzo più basso rispetto al prodotto completo, che è il Trackman 4.
Molti settori stanno integrando l’intelligenza artificiale nei loro prodotti. In che modo Trackman sta sfruttando l’IA per sviluppare nuove funzionalità o migliorare le prestazioni dei suoi prodotti?
L’abbiamo implementata già da qualche anno, per lo sviluppo degli algoritmi di analisi. Noi utilizziamo un sistema di tracking che si chiama OERT (Optically Enhanced Radar Tracking): sostanzialmente è il lavoro combinato di radar e camera, e nello sviluppo e nell’apprendimento di questo sistema ci serviamo dell’IA. Inoltre, da qualche anno abbiamo implementato un sistema di IA che si chiama Tracy: all’interno del nostro sistema vengono raccolti i dati, e Tracy è un assistente basato sull’IA che elabora i dati del colpo per suggerire su quali aspetti concentrarsi per migliorare la propria performance. C’è poi l’AI motion analisys (qui un video di spiegazione), che utilizza l’IA per tracciare sui video del colpo appena effettuato le linee delle spalle, dei fianchi, il movimento dei polsi, la posizione della testa e così via, in modo dinamico e lungo tutto l’arco dello swing. In pratica è ciò che un tempo facevano i maestri a mano, e che ora viene fatto in modalità automatica. Poi ovviamente utilizziamo l’IA nello sviluppo interno dei nostri prodotti.
Con un marchio così solido e una base tecnologica così avanzata, quali sono le prossime innovazioni che possiamo aspettarci da Trackman? C’è qualche novità in fase di sviluppo che entusiasmerà il vostro pubblico?
Noi abbiamo rilasciato da pochi giorni Virtual Golf 3, un aggiornamento significativo della grafica: la qualità dei campi visualizzati è migliorata, e l’impatto dell’esperienza sul gioco indoor è molto importante, perché sembra proprio di essere su quel campo da golf. Abbiamo poi sviluppato l’online gaming, e quindi la possibilità di giocare a distanza con altre persone, e anche i tornei indoor a partire dal nostro circuito Next, che vuole assistere i professionisti che vogliono fare un salto di qualità e quindi passare su un tour di livello maggiore.
Ma soprattutto, al di là delle novità del momento, quello che ci spinge a migliorarci è l’aiutare il golf – attraverso la tecnologia – nel proprio sviluppo, avvicinando le persone a questo magnifico sport. Questo mi motiva tanto anche a livello personale, l’idea di sviluppare il mercato: io credo che in nessun altro sport ci sia così tanto interesse tra i giocatori, così tanti discorsi mirati allo sviluppo del golf. Vediamo come la passione dei singoli porti a chiedersi come migliorare a livello generale, “come potremmo fare per”; ed è una cosa che vivo anch’io da giocatore e adesso anche da addetto ai lavori.