Un Memorial Tournament da ricordare

Settimana scorsa Il Memorial Tournament è stato un evento da ricordare.

Il Memorial Tournament è un torneo organizzato da Jack Nicklaus nel suo campo, il Muirfield Villagge, a Dublino, Ohio.

Il “Jack’s Place”, è stato completamente ristrutturato in un solo anno. Al termine del quarto giro del torneo nel 2020, c’erano già le ruspe in campo ad alzare l’erba per iniziare a fare le modifiche. Tutti i “ritocchi” sono stati decisi e supervisionati da Nicklaus in persona. Per Jack, il Muirfield Village è il suo gioiellino, ed ha voluto fare un’ultima revisione.

Completare il percorso in tempo per questa edizione è stato praticamente un miracolo.

L’unico giocatore che ha percepito il campo più semplice rispetto all’edizione precedente è stato il “defending Champion”, John Rahm, che a suo modo stava compiendo un miracolo.

Leader di 6 colpi terminato il terzo giro. In tre giorni ha giocato un golf mostruoso, ma poi eccola lì, la notizia che nessuno mai vorrebbe ricevere: “John, sei risultato positivo al Covid-19”. Lui ovviamente dispera dicendo: “Non ci posso credere”.

John prima di arrivare al torneo era stato in contatto con un positivo. Il protocollo del Pga Tour prevede che in caso di contatto stretto, il giocatore deve sottomettersi al test Covid durante tutti i giorni del torneo, ragione per cui è uscita la sua positività.

Purtroppo, si è dovuto ritirare. Un ritiro che è costato tanto a Rahm, sia per una questione economica, sia per coronare una settimana che sarebbe potuta entrare nella storia del torneo. Nella storia ci entrerà ugualmente, ma probabilmente non come avrebbe voluto lui.

La performance che insieme a quella di Rahm è da ricordare è stata quella di Jimmy Walker.

Jimmy Walker è riuscito ad ottenere la sua prima top-10 dal 2018.

Per un giocatore della caratura di Walker, passare tre anni senza una top ten deve essere stata una vera e propria tortura.

L’inizio del declino di Jimmy è arrivato poco dopo la sua vittoria al Pga Championship nel 2016 quando gli è stata diagnosticata la sindrome di Lyme.

Fondamentalmente questa malattia provoca una continua sensazione di stanchezza, febbre, dolori muscolari eccetera.

Come conseguenza, Wallker ha perso moltissimi chili ed essendo una malattia non facilmente curabile, ha dovuto conviverci fino alla fine del 2019.

Decorsi di questo tipo, soprattutto per uno sportivo non passano inosservati. Il gioco è peggiorato al punto di farlo precipitare dalla 21esima posizione del World Ranking, alla 221esima.

La forza di Walker è stata quella di continuare a combattere.

La ripresa è iniziata grazie alla nuova collaborazione con il coach Cameron McCormick che ha portato nuovi stimoli e finalmente divertimento durante i suoi giri di golf.

Questa sua top-10 per lui al Memorial Tournament è valsa sicuramente come una vittoria.

Ha sconfitto una malattia che gli è quasi valsa il ritiro ed ha nuovamente assaporato quelle che io chiamo le “emozioni di alta quota” ovvero le emozioni che si provano quando si è in cima alla classifica. Quando senti le farfalle nello stomaco, le mani che iniziano a sudare, la testa che inizia a fantasticare e l’adrenalina che ti fa tirare dieci metri più lungo. Performare con queste sensazioni in corpo significa che sei nella direzione giusta.

Storie come quella di Walker sono per me la bellezza di questo sport. Un’eterna sfida con sé stessi che grazie alla dedizione e alla passione prima o poi si riesce sempre a vincere.

Quanto passerà prima di una nuova e meritata vittoria per Jimmy Walker?

E’ solo una questione di settimane!


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