Un nuovo trend tra i circoli italiani

A meno di cento giorni dallo sbarco a Roma della Ryder Cup, è interessante notare come in alcuni circoli italiani stia cambiando il modello di business golfistico: a leggere i primi dati, si ha la piacevole sensazione che piano piano l’Italia, o per lo meno alcuni sodalizi, stiano lentamente iniziando ad allinearsi a quelle realtà turistico-sportive già strutturate in Spagna e Francia.

Un esempio su tutti: in una regione come il Piemonte, che dal post Covid sta letteralmente vivendo un boom di turismo legato al green, spiccano (tra le tante) le cifre che giungono dalle 36 buche del Golf Club Villa Carolina.

Golf Club Villa Carolina

In quel di Silvano d’Orba, a pochi chilometri da Gavi, complici la presenza delle terre del vino e la vicinanza a una serie di aeroporti importanti del nord Italia, i numeri dei greenfees stanno davvero esplodendo.

“Dall’estate del 2021 -racconta il segretario sportivo Dragos Tataru- abbiamo iniziato a notare un sempre maggiore incremento delle presenze straniere che vengono a soggiornare nel nostro Resort e a giocare sui nostri due percorsi”.

I dati parlano chiaro: da fine marzo a fine giugno 2023 il numero totale dei greenfees si attesta su 4.203 presenze (2.245 dall’albergo e 1.958 dal campo); rispetto allo stesso periodo del 2022, quest’anno si registrano oltre 100 clienti stranieri in più nel Resort, mentre le presenze extra hotel sono assolutamente in linea con quanto registrato in questi mesi. E ancora: tra fine marzo e fine giugno 2019 (l’unico dato stimabile prima dello stop per il Covid NdR), solo 916 ospiti erano stati registrati nell’albergo del golf club: l’aumento delle cifre, in questo caso, è vertiginoso, praticamente si parla di numeri più che quadruplicati.

“Da una parte -continua Tataru- abbiamo lavorato e stiamo lavorando benissimo con Golfy, una realtà francese straordinaria che conta 52.000 soci da ogni parte del mondo e che ogni settimana ci permette di riempire il Resort, dall’altra abbiamo posto l’attenzione sui social, permettendoci di farci apprezzare anche dal pubblico italiano che fino a poco tempo fa ci conosceva pochissimo”.

Ma i numeri interessanti non finiscono qui: se da un lato al Golf Club Villa Carolina c’è un aumento netto dei greenfees staccati, dall’altro si segnala un lento ma progressivo allontanamento dei giocatori dalle gare del weekend: “Ogni anno -riprende il segretario sportivo del club- notiamo una diminuzione della partecipazione ai tornei casalinghi del 10% e questo sta accadendo in molti club italiani, non solo nel nostro, a partire dal post Covid. Da una parte dunque da noi salgono le presenze straniere (soprattutto francesi, svizzeri, tedeschi), dall’altra stiamo notando che i nostri soci amano giocare meno gare, probabilmente anche per il fatto di avere 36 buche a disposizione che permettono a chiunque di poter scegliere come trascorrere il proprio fine settimana golfistico. Non c’è dubbio però che dal lato economico al club convenga privilegiare i greenfees più che le iscrizioni alle gare e proprio per questo motivo il nostro club sta iniziando i lavori per aumentare il numero delle stanze del Resort da 35 a 60”.

Nel mentre, dunque, in attesa che tutto il mondo scopra le potenzialità del nostro golf attraverso le immagini della Ryder Cup romana, a Villa Carolina (e in Piemonte in generale) il business si sta già orientando in modo naturale verso il turismo, delineando piano piano un modello di circolo pay and play che finora in Italia ha avuto pochi esempi da seguire. Che sia dunque l’inizio di un nuovo trend?


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