Vinca il migliore, ma guai a chi mi tocca la Ryder!

Stanco ma contento, non vedo l’ora di rimettermi le cuffie in testa!

E’ stato il mio primo pensiero di questa mattina.

A dire la verità è ancora lo stesso da quando nel 2010 commentai per intero la mia prima Ryder Cup.

Fu anche la prima diretta in 3D nella storia della televisione in Italia.

Sono solo passati undici anni, ma sembra passato molto più tempo.

Il 3D non si è sviluppato come si sarebbe potuto pensare. La difficoltà  di dover coprire con telecamere dedicate a quella specifica tecnologia ed una produzione completamente diversa sono stati i primi deterrenti.

Tutto l’hardware doveva essere duplicato oltre alla posa di chilometri di cavi aggiuntivi.

Non a caso la Ryder, il Masters ed il Sony Open dalle Hawaii decisero la copertura televisiva delle buche più scenografiche dei percorsi.

Ancora ricordo quella mattina presto dove sul green della 1 del  Celtic Manor riuscimmo a vedere le pendenze del green come non le avevamo mai viste e le grafiche del torneo che sembravano uscire letteralmente dal monitor per farsi leggere.

C’erano anche due italiani, fratelli, fortissimi, che ci hanno fatto esultare nei lunghi pomeriggi gallesi e poi la pioggia, tanta, quella che non smette mai a tal punto da causare il primo rinvio della giornata finale a lunedì.

Non era mai successo in Ryder Cup, neanche che i Molinari avessero una canzone dedicata dai tifosi.

Ma perchè ogni DUE anni? Perchè tutta questa attesa? Erano le domande di tutti.

Soprattutto di quelli NON appassionati che la sera del 30 settembre 2012 si trovarono di fronte uno degli eventi sportivi più belli della storia. In prima serata.

Un vero e proprio Case History dove il calcio fu battuto dagli ascolti del golf!

Fu il cosiddetto “Miracle of Medinah”, dove la squadra europea in svantaggio  10 a 6 ispirata dalla perdita di Seve Ballesteros e guidata da Jose Maria Olazabal, completava una rimonta senza precedenti.

Noi eravamo tutti in piedi, sulle sedie, con la pelle d’oca e le lacrime agli occhi, increduli di fronte a tutto questo, testimoni di qualcosa che forse avrebbe avuto le stesse probabilità di ripetersi dell’apertura della Porta Santa! 

Emozioni che si sono ripetute a Gleneagles, a Hezeltine, a Parigi.

La quantità di punti vinti da Francesco Molinari al National di Parigi (5) rimarrà nel libro dei record per tutta la vita.

Quello che rimarrà a me dopo stasera, rimonta o no, sconfitta o vittoria, sarà la gioia di aver parlato ancora di golf nell’espressione più pura.

Lo spirito di squadra nella sfida più bella del mondo con una storia piena di passione, rivalità, affiatamento, la vera essenza della sportività dove onore e orgoglio sono gli unici premi.

#GOEUROPE

P.s.

Purtroppo  Alessandra Caramico e Mario Camicia, ora la Ryder la guardano da lassù. La loro sfida l’hanno combattuta e ne sono usciti con la dignità dei veri pro. Grazie per avermi accolto in squadra!!


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