Attento a come parli! Self-talk e mindset.

Oggi voglio raccontarti qualcosa di fantastico su come puoi utilizzare al meglio le parole. Attento a come parli! Il self-talk ha un ruolo importante nella gestione del mindset.

Anche se non ci hai mai pensato, hanno un enorme potere, molto più di quanto immagini. Ogni parola che pronunci, che pensi, o che ascolti, provoca delle reazioni fisiologiche, inviando messaggi ai neurotrasmettitori e agli ormoni da produrre. Tali fenomeni fisici possono essere utili o dannosi rispetto a quello che devi fare.

Il primo e fondamentale concetto da considerare è che ogni parola contiene delle immagini; si parla di frame.  

Se ti dico elefante, nella tua mente si formerà un’immagine di un animale grigio, con grandi orecchie e una lunga proboscide. Se ti racconto di aver visto un animale che spruzzava acqua dalla proboscide, il tuo pensiero andrà all’elefante.

Abbiamo detto che le parole che utilizziamo influiscono sulla risposta ormonale del nostro corpo. Parole come “non preoccuparti” producono come risposta ormonale la produzione di cortisolo un ormone dello stress, mentre a volte il silenzio, e il riportare l’attenzione sul fare, possono rimettere in moto la produzione di adrenalina e dopamina.

Sarai d’accordo con me nel riconoscere alcuni universali linguistici positivi e negativi: nella prima categoria rientrano alto, luce, bianco, destra, dritto, fluido, mentre nella seconda categoria rientrano nero, grigio, buio, basso, storto, rigido, sinistro. Non è un caso se quando senti un rumore pauroso lo definisci “sinistro”, mentre quando dai un consiglio a qualcuno gli dai una “dritta”.

Ci sono poi alcune frasi che utilizzi in modo inconscio che dichiarano che stai commettendo un errore cognitivo (bias cognitivo). Si tratta di errori che possono trarti in inganno, di credenze che possono essere smontate. Ti faccio alcuni esempi, e sono certa che ti troverai a sorridere almeno una volta leggendoli.

“ A me non succede mai” si tratta di un eccesso di fiducia che può portati a sottovalutare la reale portata di un pericolo o di un impegno. Quindi ok pensare positivo, ma non troppo. Non andrà tutto bene, dovrai stare sempre vigile e attento, per essere in grado di reagire prontamente e per migliorarti anche nelle cose in cui sei già ad alto livello.

“La prossima volta andrà meglio” si tratta di una delle frasi peggiori in relazione al nostro obiettivo di raggiungere risultati, sia perché non c’è un soggetto responsabile nel fare meglio la prossima volta, sia perché nessuno è in grado di prevedere il futuro e cercare di farlo in base al “calcolo delle probabilità” è un po’ come giocare alla roulette. Nessuno ti garantisce che dopo 10 volte consecutive che è uscito un numero pari, il prossimo sarà dispari.

“Eh, lo sapevo! Lo dicevo io” che dire, se lo sapevi perché l’hai fatto? Forse proprio perché non lo sapevi. Quindi puoi sostituire questa frase con “Come posso fare la prossima volta? Cosa ho imparato da quello che è successo?”

Il modo migliore quindi per utilizzare i bias cognitivi a tuo favore è quello di riconoscerli, e, per poterlo fare, devi evidentemente conoscerli.

Ci sono poi frasi potentissime che fanno aumentare la tua autostima e ti fanno sentire in pieno controllo della situazione.

“Adesso ci penso io” è una frase che fa star bene te e chi si rivolge a te. A patto che poi te ne occupi davvero.

Oltre all’uso delle parole, è importante anche l’utilizzo del tempo migliore per stimolare quella parte del nostro cervello che farà attivare la migliore risposta ormonale.

Durante una performance sportiva, l’ideale è utilizzare il tempo presente, evitando il futuro, il passato o il condizionale. Ancora, le frasi devono essere molto brevi perché il nostro cervello “rettile”, quello che gestisce i nostri istinti più antichi, ascolta pochissime parole e reagisce in tempi rapidissimi.

Ah, dimenticavo di dirti che la parola più potente in assoluto, quella che porta al fenomeno della midriasi, dilatazione della pupilla dovuta a momenti di estasi, è SI.

Neanche a dirlo, l’effetto contrario lo si ottiene utilizzando il no, che viene spesso utilizzato anche per dire si. Quindi perché non dire si?


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