Outplacement: Come Preparare gli Atleti alla Vita Post-Carriera?

La carriera di un atleta è spesso intensa, emozionante e ricca di successi, ma arriva un momento in cui la luce dei riflettori si affievolisce. 

Che si tratti di infortuni, di scelte personali o semplicemente del passare del tempo, molti sportivi si trovano di fronte alla domanda cruciale: 

“E ora cosa faccio?“. 

Anche il golf, come molti sport professionistici, presenta sfide significative, specialmente al termine della carriera. Ma ancora troppo poco si agisce in termini di prevenzione, al fine di affrontare la transizione dalla carriera ad una nuova fase della vita.

L’importanza della transizione

Abbandonare la carriera sportiva non significa solo dire addio a un modo di vivere; è una vera e propria metamorfosi psicologica. 

Gli sportivi si identificano spesso con il loro sport, perché ad alto livello diviene inevitabilmente il proprio lavoro. 

Un’importante ricerca condotta da Smith & Jackson (2023) evidenzia che l’intervento precoce in fase di preparazione alla transizione, ovvero durante la carriera attiva dell’atleta, ha un impatto positivo sulla sua adattabilità post-competitiva. 

La preparazione psicologica, che aiuta l’atleta a vedere il futuro oltre lo sport, è un passo cruciale per evitare gravi disagi emotivi e sociali. 

Secondo lo studio di Gould et al. (2020), gli atleti che non ricevono supporto nell’ outplacement manifestano un’incidenza significativamente maggiore di disturbi psicologici, come depressione e ansia, rispetto a coloro che hanno avuto accesso a un programma di transizione.

 

Cos’è l’Outplacement?

Letteralmente, la parola inglese outplacement si può tradurre con ricollocazione. Nasce nel momento del post carriera, il bisogno di costruire un nuovo orizzonte d’attesa, che sia per l’atleta il più possibile identitario, al fine di prevenire alcuni “effetti collaterali”. 

Ecco quindi che, l’outplacement diviene il processo di supporto che aiuta gli sportivi a gestire il cambiamento e a trovare nuove opportunità professionali dopo aver appeso le scarpette, o in questo caso, la sacca al chiodo. 

Ma come è strutturato l’outplacement?

Per massimizzare l’efficacia di questo processo, è essenziale adottare un approccio personalizzato. 

Ogni atleta ha esperienze, competenze e aspirazioni uniche. Pertanto, i programmi di outplacement devono essere flessibili e adattabili, tenendo conto delle singole esigenze, e si fonda su tre pilastri:

1. Formazione e acquisizione di competenze trasversali. Con l’acquisizione di nuove competenze, gli ex atleti possono reinventarsi in ruoli legati all’ambito sportivo (come allenatori o commentatori sportivi) o in altri settori (Finch et al., 2020).

2. Supporto psicologico. Il ritiro dallo sport professionistico può essere psicologicamente devastante, come anticipato prima. Gli atleti, abituati a una vita di obiettivi e successi tangibili, possono trovarsi ad affrontare una crisi di identità e di scopo. L’outplacement fornisce anche supporto psicologico, aiutando gli atleti a rielaborare il loro “nuovo inizio” e a affrontare i temi legati alla perdita della propria identità legata allo sport (Hwang et al., 2021). 

3. Costruzione di una rete professionale. È utile integrare mentoraggio e networking con professionisti del settore in cui l’atleta desidera inserirsi, facilitando così opportunità di carriera concrete (Crisp & Turner, 2020).

 

Outplacement: Prevenzione per un nuovo inizio

Il termine della carriera sportiva, quindi, non deve essere visto come un punto di arrivo, ma come un nuovo inizio. In questa cornice l’outplacement rappresenta uno strumento fondamentale per garantire il benessere a lungo termine degli atleti. 

Attraverso un supporto mirato, si offre agli atleti la possibilità di affrontare con successo la vita post-sportiva.  

Se integrato nelle politiche delle federazioni e delle squadre, l’outplacement può contribuire in modo significativo a prevenire il burnout, la depressione e l’isolamento sociale, promuovendo una transizione armoniosa e un futuro soddisfacente per gli ex atleti.

Non lasciare che il passaggio al “dopo” ti colga impreparato! 

Perché aspettare? Agisci ora per il futuro.

“La fine di una carriera sportiva non è un traguardo, ma un nuovo inizio”

 

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